Pubblicato il 14 Aprile 2023
Il mondo del volley è sotto choc per la tragica morte di Julia Ituma, caduta giù dal sesto piano di un albergo a Istanbul dove con la sua squadra, l’Igor Novara, aveva giocato e perso per 3-0 la semifinale di ritorno di Champions League contro l’Eczacibasi.
La polizia turca sembra non avere dubbi e ritiene che tutti gli indizi raccolti finora portano direttamente alla pista del suicidio. Il corpo della 18enne milanese, nata da genitori nigeriani, è stato trovato poco dopo le 5 del mattino da un inserviente che aveva notato un paio di scarpe sportive davanti alla reception.
Le ultime ore di vita di Julia Ituma
Dopo la sconfitta contro l’Eczacibasi, che aveva sancito l’eliminazione dell’Igor Novara dopo il 3-2 dell’andata, la squadra era rientra in albergo e il giorno dopo avrebbe dovuto prendere l’aereo per tornare in Italia. Dopo la cena le ragazze erano andate nelle loro camere da letto e tutto sembrava svolgersi tranquillamente.
Julia era nella stanza 606 condivisa con la compagna spagnola Lucia Varela, che di fatto non ha sentito nulla. Fino a quel momento la 18enne si era comportata normalmente, aveva chiamato la madre commentando così la partita: “Mamma abbiamo perso. Io ho fatto due punti, ma la squadra ha fatto schifo”. La mamma della ragazza, Elizabeth, ha deciso di volare in Turchia per recuperare le spoglie della figlia.
Il “giallo” della telefonata con un amico
Le attenzioni degli inquirenti si stanno concentrando su un video, piuttosto inquietante, che vede passeggiare Julia nervosamente nel corridoio dell’albergo tra le 22:30 e le 23:50 con un cellulare in mano, per poi appoggiarsi affranta e tormentata con la schiena sulla parete.
Proprio in quel lasso di tempo potrebbe essere successo qualcosa che potrebbe spiegare il perché di una morte così insensata. Secondo quanto ricostruito da Repubblica Julia, dopo aver telefonato la mamma, avrebbe avuto una discussione con un compagno di scuola del liceo privato di Novara che lei frequenta.
Il ragazzo avrebbe poi mandato messaggi a Lucia, la compagna di stanza di Julia, per chiederle se stesse bene. Come riferisce la polizia Julia ha parlato fino all’una e mezza con Lucia che, dopo essersi addormentata, non ha sentito assolutamente nulla.
La polizia turca ha disposto un’autopsia e aperto un’indagine e proprio nel telefonino potrebbero essere nascosti indizi importanti per capire con chi ha parlato Julia negli ultimi istanti nella sua vita e cosa può aver provocato la sua morte.
La disperazione e l’incredulità della mamma di Julia: “Non ci credo, non si è suicidata”
Benché la polizia turca sia quasi convinta che si tratti di suicidio, la mamma di Julia urla la sua disperazione a Repubblica: “Era così forte, la mia ragazza, che non posso credere che si sia voluta buttare da una finestra. E poi qualcuno mi ha detto che era un balcone, insomma io voglio vedere con i miei occhi, i documenti, il posto. E Julia. Vorrei svegliarmi ma non ci riesco. Non riesco a realizzare. E poi la sua compagna di stanza non ha sentito niente? Mi sembra impossibile. Io non sono riuscita a piangere, perché non ci credo ancora”.
Insomma Elizabeth non crede al suicidio della figlia, che aveva una luminosa carriera davanti a sé e non aveva alcun motivo per compiere un gesto così folle: “A Pasqua eravamo insieme, abbiamo festeggiato con la famiglia, noi e i suoi fratelli. Julia era contenta. Era una ragazza molto forte, e non solo in campo. A 17 anni era in Serie A, quante sue compagne sono ancora in C. Aveva il successo nelle mani”.