Domenica 29 dicembre si è spento l’ex presidente USA Jimmy Carter, morto all’età di 100 anni, per il quale è stata indetta una giornata di lutto nazionale il 9 gennaio 2025 come annunciato dalla Casa Bianca.
Joe Biden, presidente americano uscente, ha invitato gli americani a riunirsi il 9 gennaio per pregare per Jimmy Carter, morto rispettando i valori secondo i quali era cresciuto: lavoro, senso del dovere, fede in Dio, dignità, uguaglianza.
Anche Donald Trump, presidente eletto, ha speso belle parole per Carter, nei confronti del quale “tutti gli americani hanno un debito di riconoscenza perché ha fatto tutto quanto era in suo potere per migliorare le vite degli americani”.
Barak e Michelle Obama lo hanno definito “un uomo straordinario”, evidenziando come Carter sia stato tra i primi leader mondiali a riconoscere il problema del cambiamento climatico. Parole al miele sono arrivate anche da Bill e Hillary Clinton: “Ha lavorato senza sosta per un mondo migliore e più giusto”.
Carter, 39° presidente americano, fu alla Casa Bianca per un solo mandato e dovette affrontare un periodo storico molto complesso. Nel 1978 riuscì nella straordinaria impresa di trovare un accordo tra Egitto e Israele, che gli valse il premio Nobel per la pace nel 2022, ma non fu altrettanto fortunato nella crisi degli ostaggi in Iran.
In politica estera ha avuto luci e ombre: dopo i successi con l’accordo Salt II con l’URSS sulle armi strategiche difensive e con gli accordi di Camp David che hanno portato al trattato di pace israelo-egiziano nel 1979, ci fu l’invasione dell’Urss in Afghanistan che riportò un clima di guerra fredda.
Ci fu poi l’episodio della cattura dei 52 ostaggi americani in Iran il 4 novembre 1979, liberati solo il 21 gennaio 1981 dopo l’insediamento di Reagan e dopo il fallimento, nell’aprile del 1980, della cosiddetta operazione di salvataggio “Eagle Claw” che si concluse tragicamente con la distruzione di un aereo cargo che provocò la morte di 8 militari.
Jimmy Carter nacque nel 1924 a Plains: il padre era proprietario di un campo di arachidi, mentre la madre era un’infermiera che sin da ragazza si batté contro la segregazione razziale. Nel 1941 Jimmy fu il primo della sua famiglia paterna a finire il liceo e, pur essendo andato in una scuola per soli bianchi, aveva come migliori amici due ragazzi afro-americani. Nel 1977 divenne presidente dopo Ford e raccolse il testimone della presidenza americana in un periodo di forte crisi a livello mondiale ma anche in America, dove imperversavano la recessione e la crisi energetica.
Lo scorso novembre Carter aveva detto addio alla sua compagna 77enne, la moglie Rosalynn, e negli ultimi anni ha dovuto combattere contro un tumore al cervello. Ha deciso di ritirarsi in vecchiaia nella sua Plains, dove si è dedicato ai più bisognosi costruendo case per poveri e insegnando religione. L’ex presidente, improvvisatosi predicatore, teneva delle lezioni nella piccola chiesa battista di Plains che si affollava ogni domenica di fedeli che pendevano dalle sue labbra, affascinati dalle sue lezioni di vecchia politica, ben diversa da quella velenosa trasmessa ogni giorno in tv.
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