Il presidente della Regione Siciliana Musumeci insiste sulla necessità della sua ordinanza, appena sospesa dal Tar di Palermo dopo essere stata impugnata dal governo. “Lampedusa scoppia di nuovo, con quasi 700 persone. A Pozzallo nuovi positivi. A Marzamemi sbarcati in 40. A largo di Pozzallo ci sono Ong con a bordo 240 persone. Ecco i primi frutti della sospensione della mia ordinanza. Lunedì proseguiranno le ispezioni sanitarie in 40 centri di acccoglienza. E martedì a Lampedusa”, afferma con toni critici Nello Musumeci. Nel frattempo, l’Arci prende le distanze dal ministero dell’Interno sulle navi quarantena.
Da parte sua, Musumeci (nella foto in evidenza con l’assessore regionale della Salute Ruggero Razza) non smette di alimentare la polemica con il governo: “Non ci fermiamo perché stiamo tutelando la salute di tutti. Trovo pena per chi continua a speculare, anche in queste ore, sulla battaglia civile e politica che stiamo conducendo. Guardino i video di una delle “stanze” dell’Hotspot di Lampedusa. Nessun distanziamento, un vero assembramento di uomini, prima di essere svuotato. Scene come queste dovrebbero fare indignare tutti, anche gli azzeccagarbugli che si dilettano in commenti sul decreto del Tar. Quello che ho fatto lo rifarei altre mille volte. Chi è dalla parte della ragione non deve aver paura di difendere le sue idee”, rincara la dose il presidente della Regione.
Filippo Miraglia: “No alle navi quarantena”
Filippo Miraglia (Arci nazionale) così si pronuncia: “Il Viminale pubblica un altro bando per navi quarantena. Perseverare quando si commettono errori, come è noto, è diabolico. Ma qui andiamo davvero oltre il buon senso. Riproporre luoghi di contenimento lontani per evitare reazioni negative ha alimentato in questi mesi il razzismo e le chiusure dei sindaci e delle regioni. Continuare a riproporre la logica emergenziale che tanto fa comodo agli imprenditori politici del razzismo, ai Salvini e ai Musumeci, apre uno spazio enorme a chi costruisce la propria fortuna elettorale proprio sull’emergenza e le retoriche che la accompagnano. Sarebbe opportuno riflettere sia sulle conseguenze concrete di queste scelte sulla pelle degli stranieri coinvolti, che sulle conseguenze politiche. Tutte negative sia le prime che le seconde. Per non parlare del Paese che di fronte all’aumento dei numeri della pandemia e dei nodi fondamentali della riapertura delle scuole e del contenimento del contagio, vede riproposta una formula propaganda come le navi quarantena, di cui davvero non sentivamo il bisogno. Siete ancora in tempo: ripensateci! La soluzione migliore, più giusta e praticabile, rimane la distribuzione per piccoli gruppi e il trasferimento veloce dai luoghi di sbarco per evitare assembramenti. Distanziare e distribuire contro ogni logica emergenziale e concentrazionaria“, conclude il responsabile immigrazione dell‘Arci.
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