La guardia era giunta in soccorso dell’infermiere che, la scorsa notte, nel pronto soccorso aveva già subito colpi che gli hanno causato traumi e lesioni gravi dall’uomo in attesa di essere visitato.
Entrambi i feriti sono stati medicati e dimessi, con una prognosi di venti giorni a testa. Da ciò che si apprende, è stata sporta regolare denuncia.
Le aggressioni ai danni di medici, infermieri, operatori sociosanitari e guardie particolari giurate addette alla vigilanza del pronto soccorso dell’ospedale religioso, uno dei due presidi sanitari del quartiere Ponticelli di Napoli, sono ormai sempre più frequenti.
“La misura è colma – prosegue Bottino – Viviamo in uno stato di guerra, la vita dei nostri operatori e la sicurezza dei pazienti è in pericolo. Non possiamo permettere che un luogo di cura diventi teatro di violenza. L’ospedale con propri investimenti si doterà di porte blindate per l’accesso al pronto soccorso, ma senza una politica di sicurezza adeguata le aggressioni e le devastazioni non finiranno”.
Sempre da quello che trapela dall’ospedale, a causa della preoccupazione, diversi sanitari avrebbero chiesto di essere trasferiti in reparti meno esposti.
“Così come deciso dal Ministero dell’Interno per altri presidi di frontiera della nostra città – conclude il direttore generale dell’ospedale – chiediamo che anche il nostro pronto soccorso sia dotato subito di un drappello di pubblica sicurezza. Chiedo al prefetto di Napoli, Michele Di Bari, un incontro immediato: così avanti l’ospedale evangelico Betania non può andare”.
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