E’ quel che hanno scoperto i carabinieri di Napoli col coordinamento della Dda, la Direzione distrettuale antimafia.
L’operazione ha permesso anche di arrestare 11 appartenenti al clan camorristico che a Napoli è attivo nei quartieri San Giovanniello, Borgo San Antonio Abate, Ferrovia, Vasto-Arenaccia, Stadera-Poggioreale e Rione Amicizia.
Otto sono stati rinchiusi in carcere, tre ai domiciliari.
L’ospedale San Giovanni Bosco era già stato coinvolto in un’altra indagine della Procura di Napoli nel 2019, quando il clan Contini e l’intera Alleanza di Secondigliano sono stati duramente colpiti da una maxioperazione.
Risultato: 89 arrestati in carcere, 36 ai domiciliari, un divieto di dimora in Campania e un sequestro di beni in tutt’Italia da 130 milioni di euro.
Per quanto riguarda l’attuale inchiesta, è dal 2021 che i militari sono stati messi sulle tracce del clan Contini dalla Dda.
Così è emerso la gestione funzionale dell’ospedale che si trova in una delle zone in cui i camorristi ritenevano di essere i padroni.
I vertici del clan avevano pure intestato a prestanome due società di noleggio auto a prestanome per evitare quei sequestri che, invece, non sono stati scongiurati.
Secondo gli investigatori, gli indagati si occupavano delle scelte strategiche ed economiche del clan, e dei rapporti con le altre consorterie criminali.
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