Il responsabile è un pregiudicato 46enne ritenuto vicino a ambienti camorristici.
E’ stato denunciato dalla polizia per lesioni colpose e detenzione abusiva di armi da fuoco, aggravati dal metodo mafioso.
La bambina è stata condotta in ospedale dalla madre, dove i medici hanno medicato la ferita alla spalla, fortunatamente non grave.
Da lì, la denuncia alla polizia, con la madre che inizialmente ha cercato di proteggere il marito raccontando che la figlia era stata vittima di un proiettile vagante sparato da qualcuno mentre stava giocando con altri bambini nei giardinetti vicino casa.
Ma il sopralluogo degli agenti, che hanno pure raccolto delle testimonianze, ha fatto emergere la verità. Così si è scoperto che il padre ha rischiato di uccidere la figlia maneggiando la pistola che deteneva illegalmente.
Nell’abitazione, inoltre, i poliziotti della Scientifica hanno rilevato chiaramente, su un muro della casa, un segno riconducibile all’impatto di un proiettile.
La madre ha, quindi, fornito una versione del tutto differente dell’accaduto, rivelando che a sparare il colpo che aveva ferito sua figlia era stato il padre della piccola, e che il fatto era successo proprio all’interno dell’abitazione.
In particolare, il colpo sarebbe partito dalla pistola che l’uomo avrebbe maneggiato mentre si trovava nella sala da pranzo dell’abitazione e sarebbe andato a colpire la figlia che, in quel momento, si trovava in una stanza adiacente.
Il padre della bambina, fino a quel momento irreperibile, si è poi presentato nell’abitazione dove, in presenza dei poliziotti, ha confermato la versione della moglie e ammesso le sue responsabilità.
L’arma non è stata ancora ritrovata.
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