Pubblicato il 4 Dicembre 2021
Il nostro Paese potrebbe essere ancora più giallo a ridosso del Natale. A causa dell’aumento dei contagi e dei ricoveri, rischia di aumentare il numero di regioni che cambierà colore nelle prossime settimane, da lunedì 13 o da lunedì 20 dicembre
Come va l’epidemia in Italia? Il nostro Paese potrebbe essere ancora più giallo a ridosso del Natale. A causa dell’aumento dei contagi e dei ricoveri, rischia di aumentare il numero di regioni che cambierà colore nelle prossime settimane, da lunedì 13 o da lunedì 20 dicembre. La prossima è la provincia autonoma di Bolzano, che raggiungerà dal 6 dicembre in giallo il Friuli-Venezia Giulia.
Secondo i dati dell’ultimo monitoraggio della cabina di regia diffusi dall’Istituto superiore di sanità, l’incidenza cresce a 155 casi Covid ogni centomila abitanti, contro i 125 di sette giorni fa. Il tasso di occupazione in terapia intensiva è al 7,3%, in salita rispetto al 6,2% della scorsa settimana. Il tasso di occupazione in aree mediche a livello nazionale sale al 9,1%, contro l’8,1% della scorsa settimana. L’indice di contagio Rt in Italia è a 1,20, contro l’1,23 della scorsa settimana.
Zona gialla a Natale: le sei regioni a rischio
A rischio zona gialla nelle prossime settimane ci sono Veneto, Calabria, Lazio e Lombardia, ma anche le Marche e la Valle d’Aosta. Queste regioni superano o si avvicinano ai limiti che segnano il passaggio in giallo e, se la tendenza proseguirà, per Natale potrebbero tutte trovarsi in una nuova fascia di colore. Senza un’inversione della curva epidemiologica, infatti, le restrizioni in queste regioni potrebbero aumentare prima delle festività di Natale.
Saranno decisivi i prossimi monitoraggi settimanali del ministero della Salute e dell’Istituto superiore di sanità. Il cambio di colore da bianco a giallo è determinato dall’incidenza dei nuovi casi superiore a 50 su 100mila abitanti ogni settimana, dal tasso di occupazione dei reparti ordinari oltre il 15% e da quello delle terapie intensive oltre il 10%. Limiti, fissati dalla legge, che devono essere superati contemporaneamente.
Diamo un’occhiata ai numeri nel dettaglio. I territori con incidenza più alta vedono questa settimana al primo posto Bolzano con 497,14 contagi per 100mila abitanti.
A seguire, ci sono altre tre regioni che superano abbondantemente il livello di soglia fissato a 50 casi per 100mila abitanti: Friuli-Venezia Giulia con 246,56 casi, Veneto con 251,52 e Valle d’Aosta con 219,94. Nelle terapie intensive, secondo i dati Agenas (l’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali) aggiornati al 3 dicembre, sopra la soglia di occupazione del 10% ci sono: Bolzano (12%), Friuli-Venezia Giulia (14%), Veneto (12%), Marche (10%), Calabria (10%), Liguria (10%), Umbria (10%).
La Valle d’Aosta, con il 24%, è la regione con la percentuale più alta di posti letto in area medica occupati da pazienti Covid-19. A seguire, il Friuli-Venezia Giulia con il 22% e la provincia autonoma di Bolzano con il 18%. Le altre regioni e province autonome non superano la soglia di allerta del 15%. Ma tra i territori con i valori più elevati, al momento, ci sono la Calabria con il 14%, la Lombardia con il 14% e il Lazio con il 11%.
Cosa cambia tra zona bianca e zona gialla
La principale differenza tra zona bianca e zona gialla riguarda l’utilizzo della mascherina, che nel secondo caso è obbligatoria anche nei luoghi all’aperto oltre che al chiuso. Con l’introduzione del super green pass, invece, cambiano le regole soprattutto per i non vaccinati. Da lunedì 6 dicembre in zona bianca e gialla l’accesso a bar e ristoranti al chiuso, cinema, teatri, stadi e altre attività è riservato solo a coloro che sono in possesso della certificazione verde rafforzata, ottenibile solo dai vaccinati o guariti dal Covid.
Inoltre, il green pass “base” ottenuto anche con un tampone sarà obbligatorio per accedere ai luoghi di lavoro, per utilizzare il trasporto pubblico locale, i mezzi di trasporto regionali e interregionali e per soggiornare negli alberghi.
Intanto, mentre in Campania sono sette i casi di variante Omicron (risultati positivi i tamponi eseguiti su tre membri del nucleo familiare del cosiddetto “paziente zero”, casi che vanno ad aggiungersi a quelli dell’uomo, della moglie e dei due figli), si registra un primo caso in Veneto. A darne notizia è stato il presidente della regione Luca Zaia. “La variante Omicron del Covid-19 è stata sequenziata per la prima volta in Veneto nei laboratori dell’Istituto zooprofilattico delle Venezie – Izs”, ha comunicato il governatore.
Si tratta di una persona di sesso maschile, residente nel vicentino, rientrata da un viaggio di lavoro in Sudafrica. Il paziente, che risulta vaccinato, è risultato negativo a un primo tampone fatto al rientro ma, percependo alcuni leggeri sintomi, ne ha fatto un secondo che ha dato esito positivo, evidenziando la variante Omicron.