Nei colloqui con l’Ucraina sono stati raggiunti “progressi significativi”, ha detto il capo-negoziatore russo, Vladimir Medinsky. “Il secondo round di negoziati si è concluso e, purtroppo, per quanto ci riguarda, non abbiamo raggiunto i risultati sui quali contavamo”, ha, invece, affermato un membro della delegazione ucraina, Mykhailo Podolyak. Per questo sarà necessario un terzo round, probabilmente a inizio settimana prossima.
I colloqui tra russi e ucraini oggi pomeriggio si sono svolti a Brest, nella più antica riserva naturale d’Europa in Bielorussia, Belovezhskaya Pushcha. La foresta è la stessa dove nel 1991 furono firmati gli accordi di Belovezh, il trattato, noto anche come Accordo di Minsk, che portò alla fine dell’Unione Sovietica: lo firmarono l’8 dicembre 1991 il presidente russo Boris Eltsin, quello ucraino Leonid Kravchuk e il presidente del Soviet Supremo della Bielorussia Stanislav Shushkevich in una dacia appena fuori Brest, in territorio bielorusso ma al confine con la Polonia, non lontano dal confine ucraino.
Il primo round di negoziati tra Ucraina e Russia, andato avanti per cinque ore, non aveva portato ad alcun risultato e si era svolto nella regione di Gomel, sempre in Bielorussia, ma al confine con l’Ucraina.
Dai colloqui di oggi non solo il popolo ucraino, ma tutto il mondo si aspettava uno spiraglio di speranza. Dopo una settimana dall’invasione russa, l’Ucraina resiste ma le forze – specie quelle militari – sono più ridotte. Alcuni osservatori hanno parlato nelle ultime ore di duemila morti tra i civili, ieri sera è caduta la città di Kherson, nell’Ucraina meridionale, prima grande città a passare sotto il controllo di Mosca dall’inizio della guerra.
Le forze ucraine si sono ritirate dalla città verso Mykolaiv, a nord-ovest, ha spiegato il sindaco Kolykhaev. Città di circa 300.000 abitanti vicino al Mar Nero, a nord-ovest della penisola di Crimea, Kherson è considerata strategica perché consentirebbe ai russi di controllare una parte più ampia della costa meridionale dell’Ucraina e di spingersi a ovest verso Odessa, importante città portuale.
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