« Torna indietro

Nello D’Avino, vedovo di Giovanna Pedretti, riapre il locale: “Ma cambierà tutto”

Pubblicato il 19 Aprile 2024

Sono passati oltre 3 mesi dalla tragica morte di Giovanni Pedretti, la ristoratrice di Sant’Angelo Lodigiano che si è suicidata dopo una campagna social denigratoria contro di lei per un presunto post falso. Il marito e vedovo della Pedretti, Nello D’Avino, dopo aver metabolizzato la tragica scomparsa della moglie è pronto a riaprire il locale anche se ci saranno cambiamenti importanti.

La riapertura del locale

Per prima cosa cambierà il nome: il locale non si chiamerà più “Le Vignole”, ma “Dal Nello”, traendo ispirazione proprio dal nome del marito di Giovanna Pedretti che si chiama Nello D’Avino. Insieme a lui nel portare avanti l’attività di famiglia ci sarà la figlia Fiorina, anche lei rimasta scioccata e traumatizzata da questa orribile storia. Inoltre non ci sarà alcun servizio al tavolo, compito che era affidato proprio alla defunta Giovanna, ma sarà offerto solo servizio da asporto.

Sui social i residenti hanno accolto con gioia la riapertura del locale e hanno inviato messaggi di incoraggiamento al marito e alla figlia di Giovanna Pedretti. “Giovanna, sarai sempre lì con loro” – ha scritto un’altra utente.

Le indagini

Come riferito da Il Corriere della Sera, proseguono intanto le indagini della Procura di Lodi per fare piena luce sulla morte della donna. Il procuratore di Lodi, Maurizio Romanelli, ha aperto un fascicolo per istigazione al suicidio.

Il tutto partì dopo un post pubblicato dalla Pedretti, che invitava un cliente che si lamentava di aver mangiato vicino a gay e disabili ad andare a mangiare altrove. Accolto inizialmente con grande approvazione, quello divenne il post della discordia poiché molti iniziarono ad insinuare che fosse falso e tra questi c’era anche Lorenzo Biagiarelli, compagno di Selvaggia Lucarelli.

Intanto sembra che gli investigatori sono riusciti a sbloccare il secondo telefono, quello finito nelle acque del Lambro insieme alla ristoratrice. Proprio in quello smartphone potrebbero esserci le risposte che cercano gli inquirenti per ricostruire le ultime ore di vita della Pedretti.