Pubblicato il 31 Agosto 2020
Le montagne italiane sono sempre state sinonimo di aria salubre ed incontaminata, almeno fino a poco tempo fa. Una recente ricerca ha infatti evidenziato che addirittura nevica plastica sulle cime valdostane, una scoperta a dir poco sconcertante.
Lo studio condotto in occasione del Tor des Géants 2019, che ha visto la collaborazione della Cooperativa Erica, dell’European Research Institute e dell’Associazione Internazionale per la Comunicazione Ambientale (AICA), ha raccolto campioni sulle nevi residue dell’inverno e della primavera precedente.
I risultati, pubblicati nel dossier chiamato “Nevica plastica”, hanno evidenziato la presenza di circa 200 milioni di frammenti caduti sulle montagne della Val d’Aosta, per un totale di 25 chili di plastica.
L’idea è nata da Roberto Cavallo, eco-runner sempre molto attento alle questioni che riguardano l’ambiente in alta montagna. Il valore è probabilmente sottostimato, considerando che con la fine dell’inverno e l’aumento delle temperature le nevi si fondono e si riversano nei ruscelli e nei torrenti che scendono a valle.
Come evidenzia lo stesso Cavallo, non bisogna assolutamente abbassare la guardia contro l’inquinamento ambientale. Cosa può fare ognuno di noi nel suo piccolo? Non buttare nulla a terra e raccogliere immondizia o plastiche sono piccole ma significative azioni per provare a tutelare il nostra pianeta, sempre più allo stremo delle forze.