Pubblicato il 21 Luglio 2021
Attraverso una lettera aperta inviata ai Deputati della Repubblica, Giuseppe Nucera del movimento ‘La Calabria che vogliamo’ ribadisce ancora una volta il no all’emendamento presentato da Italia Viva che prevede 35 milioni di euro in tre anni per il rinnovo delle flotte navali private che attraversano lo Stretto di Messina.
“Anche in questa estate 2021 dovremo assistere a file interminabili nei pressi degli imbarchi a Villa San Giovanni, una situazione che crea enormi disagi ai cittadini e al comune stesso. Il business della società Caronte & Tourist prosegue quindi indisturbato. Al danno si aggiunge la beffa, relativa all’emendamento presentato dal partito di Italia Viva. Nello Stretto vige la politica da ‘Repubblica delle banane’, quella che privilegia gli interessi dei soliti a danno del popolo che per passare da una sponda all’altra deve pagare ” dazio“.
In riferimento alla posizione dominante assunta da Caronte & Tourist nello Stretto di Messina, come denunciato in diverse occasioni dal nostro movimento, ci aspettiamo una presa di posizione chiara e rapida da parte di Antitrust. Per favorire un reale sviluppo dell’area dello Stretto -evidenzia l’ex Presidente di Confindustria Rc- serve una libera concorrenza e la costruzione del Ponte, infrastruttura di fondamentale importanza per tutto il paese”. Nel testo della lettera inviata da Giuseppe Nucera ai Deputati della Repubblica, si chiede che l’emendamento di Italia Viva sia stralciato ma che i 35 milioni di euro stanziati rimangano in riva allo Stretto, cosi da essere utilizzati per andare incontro alle esigenze di chi, come i camionisti e i cittadini, ogni giorno deve affrontare una spesa del tutto ingiustificata per attraversare lo Stretto. Trentasette euro il costo per un
biglietto di a\r per automobili se si rientra entro 24 ore, di 42 euro se si rientra entro 3 giorni. Per i furgoni e gli automezzi commerciali invece i prezzi arrivano sino a 320 euro.
“Lo Stato si accolli il “dazio” che la Caronte&Turist, applica ai camionisti ed
automobilisti che attraversano lo Stretto di Messina. Le merci siciliane arrivano sui mercati del nord penalizzate rispetto ai prodotti dei paesi concorrenti. Pensare ad una sorta di contributo per calmierare le tariffe è un qualcosa di certamente più utile e necessario rispetto al favorire chi già il padre-padrone tra la sponda calabrese e quella
siciliana”, conclude Nucera.