Non si placa la protesta in Val di Susa contro la linea ferroviaria Torino-Lione. Dopo i pensati momenti di tensione nella notte tra il 12 e i 13 aprile a San Didero, innescati dall’avvio dei lavori del nuovo autoporto dell’autostrada A32 Torino – Bardonecchia, nella mattinata di ieri erano intervenuti i sindaci dei Comuni della zona (Bruzolo, Bussoleno, Mattie, San Didero e San Giorio), per provare a mitigare la situazione di attrito, indicendo nel pomeriggio una conferenza.
Alle ore 16, da un tavolo allestito nel piazzale di fronte ad un presidio No TAV di San Didero massicciamente controllato dalle Forze dell’Ordine, diversi sindaci valsusini, insieme al presidente dell’Unione dei Comuni Pacifico Banchieri, hanno ribadito la loro contrarietà alla realizzazione della linea TAV. Inoltre, ad emergere dalle parole degli amministratori è soprattutto la preoccupazione per la realizzazione di un’opera che non solo è stata imposta, ma che è stata gestita senza il dialogo con in territori. Secondo i sindaci intervenuti, lo Stato, invece di favorire il dialogo con le istituzioni locali e con i territori, come già successo negli anni precedenti a Venaus, Chiomonte e Giaglione, sta cercando di imporre questi lavori ad ogni costo.
Certo è che il tentativo di avviare la nuova area di cantiere nel cuore della notte non ha contribuito a calmare gli animi. Come riferisce infatti il movimento No TAV dal suo sito: “Sono arrivati di nuovo nella notte, sfruttando un’altra volta le normative anti-covid e il coprifuoco che impone alle persone di rimanere in casa, come gesto di tutela alla salute. Gesto che evidentemente non vale per le forze dell’ordine in tenuta antisommossa che ieri sera, 12 aprile, si sono mobilitate in massa, oltre 1000 agenti, nel tentativo di devastare un nuovo pezzo di territorio valsusino: San Didero”.
Ma tra le rimostranze espresse dai No TAV non c’è solo quella per la “sorpresa” giocata dalle Forze dell’Ordine. I militanti, che da sempre si fanno portavoce della tutela ambientale, denunciano ancora dal loro sito: “Proprio quando il Governo Draghi aveva dato da poco vita al Ministero della Transizione Ecologica, destinato ad occuparsi di tutte quelle pratiche utili alla salvaguardia dell’ambiente, Telt ha deciso di agire portando nella piana valsusina migliaia di agenti di polizia, operai e mezzi per devastare una terra che già in passato ha subito le angherie dell’acciaieria e della costruzione dell’autostrada. A quanto pare in Valsusa salvaguardia dell’ambiente equivale a devastazione ambientale” . E ancora: “Ci teniamo a ricordare, per la salute di tutte e tutti, che i terreni su cui questa notte sono arrivate le ruspe sono altamente inquinati a causa dell’ex acciaieria Beltrame che negli ultimi quarant’anni ha scaricato diossine e sostanze estremamente dannose per le persone. Ci chiediamo, quindi, con quale coraggio il nuovo Governo e il nuovo Ministero riescano conciliare la tutela ambientale e la salute dei cittadini con la distruzione di ettari di bosco verde cresciuti su una terra tossica”.
Era quindi impossibile sperare che la protesta si esaurisse nella giornata di ieri. Dopo aver ascoltato l’indignazione delle amministrazioni locali, alcune centinaia di attivisti si sono riuniti in assemblea a San Didero, per poi partire in corteo in direzione del presidio, ora area di cantiere del nuovo autoporto. Una piccola manifestazione con un finale già visto e rivisto più volte: lancio di oggetti, cariche della polizia, idranti, lacrimogeni ecc. Assalto respinto.
Ma non finirà qui. Il movimento No TAV, sventolando la bandiera della tutela ambientale, ha già lanciato una mobilitazione permanente contro l’avvio di questo nuovo cantiere. Gli attivisti sono chiamati a raccolta per dimostrare che la Val di Susa è tutt’altro che placata: l’appuntamento è tutti i giorni, alle ore 18, al Polivalente di San Didero.
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