Pubblicato il 18 Marzo 2022
E’ accaduto in California, due mesi prima della morte di George Floyd. E’ stato diffuso un video, della durata di 18 minuti, registrato da un poliziotto, nel quale un uomo chiede insistentemente agli agenti di permettergli di respirare. La domanda si ripete almeno 12 volte, in trenta secondi (Guarda il video).
Edward Bronstein era un uomo di 38 anni, che era stato fermato dalla polizia, per un controllo stradale. Gli agenti hanno fatto stendere a terra l’uomo ammanettato e hanno premuto con le ginocchia sulla sua schiena, al fine di fare un prelievo di sangue. Il malcapitato, gridando, ha spiegato che non era necessario costringerlo, che si sarebbe prestato volontariamente a quanto gli chiedevano.
“Non riesco a respirare, lasciatemi respirare”
Ha ripetuto: “I can’t breathe”, “Non riesco a respirare, lasciatemi respirare”. Ha perso conoscenza per 3 minuti, per poi morire. Quando aveva già perso conoscenza, i poliziotti hanno continuato con il prelievo di sangue. Finalmente si sono resi conto che non c’era più battito e più di undici minuti dopo gli ultimi segni di vita hanno attuato il massaggio cardiaco.
Lo rendono noto i media americani: la famiglia della vittima ha fatto causa ai poliziotti per uso eccessivo della forza e violazione dei diritti civili. Secondo l’autopsia, Bronstein sarebbe morto per “intossicazione acuta di metanfetamine durante l’arresto”: i familiari dissentono.
Ecco quanto è accaduto a Floyd
Come è noto Floyd, 46enne afroamericano, è morto il 25 maggio 2020, durante un arresto della polizia a Minneapolis, in Minnesota. E’ stato tenuto con un ginocchio sul collo dall’agente Derek Chauvin, per oltre 9 minuti. Il modo di agire costituisce una prassi? Il video è stato visionato ovunque e si sono svolte molte manifestazioni. Chauvin è stato dichiarato colpevole.