Nuove chiusure e nuova stretta. Stamani è in corso in videoconferenza la riunione dei ministri Roberto Speranza (Salute) e Francesco Boccia (Affari regionali), convocata da quest’ultimo con i rappresentanti di Regioni, Comuni (Anci) e Province (Upi), per discutere le nuove misure che vengono valutate dal governo per contrastare la seconda ondata dell’epidemia di coronavirus.
Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha chiesto ai presidenti di Camera e Senato di anticipare da mercoledì a lunedì il suo intervento in Parlamento sulle misure contro la pandemia, per fare subito dopo una riunione e poi varare un nuovo dpcm.
Le nuove limitazioni sono in via di definizione. Per il momento non si parla di un lockdown generalizzato, ma di chiudere per due o tre settimane le aree dove i contagi corrono di più. Si ipotizzano anche nuove limitazioni ai negozi, un freno agli spostamenti fra le regioni e un intervento sulla scuola.
Il ministro della Salute Roberto Speranza ha chiesto al Comitato tecnico scientifico di riunirsi per fornire al governo i dati su quei territori che stanno facendo i conti con un’impennata dei contagi: l’obiettivo è istituire nuove zone rosse o prevedere chiusure “mirate“.
Nel mirino ci sono le aree metropolitane di Milano, Napoli, Genova e Torino, una parte del Veneto e alcune regioni meridionali, come la Campania
Una delle opzioni sul tavolo è quella di garantire lezioni in classe fino alla seconda media, con didattica a distanza dalla terza media in su. L’esecutivo starebbe valutando anche di predisporre degli “hotel covid”, dove ospitare i positivi che, altrimenti, rischiano di contagiare i familiari.
Nuova stretta eppure, un lockdown generalizzato non è per niente escluso. Prima di ricorrere a una misura così drastica, però, Conte intende valutare gli effetti dell’ultimo dpcm, quello del 24 ottobre, con le chiusure di teatri e palestre e lo stop alle 18 a bar e ristoranti. Per capire se il provvedimento è servito a contrarre i contagi bisognerà aspettare la seconda metà della settimana.
Per tirare un sospiro di sollievo, ci sarà da aspettare qualche mese. Si dovrà attendere che passi l’inverno. La via d’uscita è il vaccino. Che potrebbe arrivare a dicembre ma per la piena operatività delle consegne occorrerà aspettare la primavera.
A preoccupare, oltre ai contagi, il rapporto, oggi al 14,7%, fra casi positivi e tamponi, calcolato sulla base dei dati epidemiologici diffusi il 31 ottobre dal ministero della Salute. E’ il valore massimo finora registarto in questa seconda ondata della pandemia di Covid-19. E questo ha portato a studiare una nuova stretta.
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