E’ passato un anno, oggi, dal 16 febbraio 2024, dalla morte dell’attivista Alexei Navalny mentre era detenuto in un carcere russo: aveva 47 anni.
Centinaia le persone che questa mattina si sono radunate a Mosca, al cimitero Borisov, per rendere omaggio a quello che è stato il più importante oppositore del Cremlino in tempi recenti.
I sostenitori di Navalny hanno deposto fiori sulla sua tomba con la polizia che ha concesso l’ingresso al cimitero Borisov, filmando tutto. C’erano anche diplomatici stranieri, compresi gli ambasciatori di Usa e Ue, Lynne Tracy e Roland Galharague, secondo notizie rilanciate dall’agenzia Dpa.
Nel ricordare Navalny, l’Ue dichiara che al riguardo “il presidente Putin e le autorità russe hanno la responsabilità ultima” della sua morte. “Mentre la Russia intensifica la sua guerra di aggressione illegale contro l’Ucraina, continua anche la repressione interna, prendendo di mira coloro che si battono per la democrazia – prosegue la dichiarazione dell’Alto rappresentante per la Politica estera dell’Ue, Kaja Kallas, a nome dei Ventisette – Navalny ha dato la sua vita per una Russia libera e democratica. Oggi i suoi avvocati restano ingiustamente in carcere, insieme a centinaia di prigionieri politici”.
Secondo l’Ue “la Russia deve liberare immediatamente e senza condizioni i legali di Navalny e tutti i prigionieri politici”. L’Unione chiede anche alla Russia di “porre fine alla sua repressione brutale della società civile, dei media dei membri dell’opposizione e di rispettare il diritto internazionale”.
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