Pubblicato il 29 Aprile 2022
Arriva finalmente una svolta nell’omicidio di Antonio Morione, il pescivendolo tragicamente ucciso poco prima di Natale.
I carabinieri della sezione operativa di Torre Annunziata hanno eseguito un decreto di perquisizione nei confronti di 4 persone, tutte ritenute vicine al clan dei Gallo-Limelli-Vangone, operante nella città oplontina e nei comuni limitrofi.
Chi sono i 4 indagati
Il decreto di perquisizione eseguito dai militari ha riguardato:
- Giuseppe Vangone, 30 anni, l’erede di una delle famiglie criminali più influenti della zona;
- Angelo Palumbo, 33 anni;
- Francesco Acunzo, 30 anni;
- Luigi di Napoli, 42 anni, figliastro del boss Andrea Vangione e già in carcere con l’accusa di aver provato ad organizzare l’omicidio del suo avvocato, reo di non averlo difeso adeguatamente.
I carabinieri avrebbero anche perquisito la casa del boss 70enne Giovanni Antonio Vangone, che però non risulta indagato per l’omicidio del pescivendolo.
Le indagini
Nel corso delle attività sono stati portati via cellulari, tablet, computer e altro materiale importante per il prosieguo delle indagini sulla morte di Antonio Morione.
Il pescivendolo fu ucciso la sera del 23 dicembre fuori alla pescheria “Il delfino” per aver reagito ad un tentativo di rapina condotto da 4 persone.
Nell’occasione il pescivendolo squarciò la ruota della vettura dei rapinatori, in reazione al fatto che era stata puntata una pistola contro la figlia.
Dalle indagini emerse che un’altra rapina fu messa a segno poco prima, a distanza di poche centinaia di metri, in un’altra pescheria gestita dal fratello di Antonio Morione.
L’auto con la quale i criminali avrebbero commesso la rapina, una Fiat 500 risultata poi rubata, fu ritrovata incendiata nel complesso residenziale Parco Napoli.