Pubblicato il 2 Ottobre 2024
Dopo 35 anni è stata posta finalmente la parola fine al caso Bergamini, risolto grazie ad un processo complicato che ha previsto anche la riesumazione del corpo dell’ex calciatore e che si è concluso con la condanna a 16 anni dell’ex fidanzata Isabella Internò.
Denis Bergamini fu ritrovato morto il 18 novembre 1989 su una strada a Roseto Capo Spulico e per tantissimi anni si è creduto che l’ex calciatore si fosse suicidato. Una tesi alla quale non ha mai creduto la famiglia, né tanto meno i compagni di squadra del Cosenza, dove militava Bergamini.
Il delitto Bergamini
La vicenda risale al 18 novembre 1989, quando il 27enne Denis Bergamini fu ritrovato senza vita sulla strada statale 106 Jonica, vicino Cosenza. Dalle indagini, supportate anche da alcune testimonianze, era emerso che il giovane si era lanciato volontariamente sotto un camion, così il caso fu archiviato come suicidio.
I familiari e gli ex compagni di squadra, alcuni dei quali presenti alla sentenza, però non hanno mai creduto a questa versione e nel giugno del 2017, su loro insistenza, il gip del tribunale di Castrovillari ordinò la riesumazione del corpo del calciatore, riaprendo così le indagini per fare maggiore luce sulla sua morte.
L’autopsia fu decisiva, poiché rivelò che in realtà l’ex giocatore non si era suicidato, ma era stato soffocato con una sciarpa. Dopo la sua morte, per inscenare il suicidio, il suo corpo ormai privo di vita fu lanciato contro un camion.
La sentenza
Durante il processo è stata ascoltata anche un’ex fidanzata di Bergamini col quale, secondo il suo racconto, avrebbe dovuto sposarsi. Nel corso della sua deposizione ha definito una stalker Isabella Internò, che avrebbe iniziato a perseguitare Bergamini dopo averla lasciata. La stessa Internò, nel suo ultimo appello ai giudici, ha professato a viva voce la sua innocenza giurandola davanti a Dio.
La Corte d’Assise, dopo 8 ore in camera di consiglio, ha condannato a 16 anni la Internò, l’unica imputata nel processo alla quale sono state concesse le attenuanti prevalenti sulle aggravanti. L’accusa aveva chiesto 23 anni, calcolando anche le aggravanti della premeditazione e dei futili motivi, mentre la difesa aveva chiesto l’assoluzione insistendo sull’innocenza della Internò.
La gioia della famiglia di Bergamini
La sentenza è stata accolta con gioia da Donata Bergamini, sorella di Denis, che ha rivelato di aver pensato subito al fratello, al padre e alla madre, che è ancora in vita ma che forse “non riuscirà a capire per la sua malattia”. Ha poi pensato ai suoi figli, che “hanno finalmente smesso di portarsi dietro questa macchia”. La donna ha sempre detto di confidare nella giustizia, che prima o poi arriva, e infine ha ringraziato le persone che fuori al tribunale avevano srotolato uno striscione e intonato cori a favore di Denis.