Cronaca

Omicidio Bergamini, chiesta la condanna al carcere dell’ex fidanzata: “Ha tradito l’affetto che lui aveva per lei”

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“Ha agito con volontà con persone in corso di identificazione. Isabella Internò ha tradito l’affetto che il ragazzo aveva per lei, ha esasperato lei il rapporto e pur di salvare l’onore non ha esitato ad agire come sappiamo. Per il tempo trascorso, però, merita le attenuanti generiche e per questo che non chiediamo l’ergastolo, ma 23 anni di reclusione”. E’ il passo saliente della requisitoria del pm Luca Primicerio. Quello in cui si spiega perché si chiede la condanna al carcere dell’ex fidanzata di Donato Denis Bergamini.

L’indimenticato calciatore del Cosenza fu trovato morto il 18 novembre del 1989 lungo la statale 106 a Roseto Capo Spulico.

I giudici della Procura di Castrovillari non hanno dubbi su quel che sia accaduto quel tragico giorno.

Per questo accusano la 55eenne di omicidio volontario in concorso con ignoti aggravato dalla premeditazione e da motivi abietti o futili.

Oggi si è conclusa la requisitoria nell’udienza cominciata ieri del processo in corso a Cosenza, dove non si è presentata l’imputata.

“Isabella Internò – ha sottolineato Primicerio – è la mandante e concorre nell’omicidio di Denis Bergamini, la cui colpa è stata quella di aver chiuso la loro relazione e di non averla sposata per salvare l’onore dopo l’aborto di due anni prima”.

Il delitto si sarebbe sviluppato all’interno di un “contesto patriarcale” e che l’imputata, incinta del calciatore nel 1987, avrebbe preteso “un matrimonio riparatore”.

“Bergamini – ha spiegato il magistrato – pur volendo tenere il bambino, non avrebbe mai voluto sposarla a causa del suo carattere ossessivo. Lei lo stolkerizzava e ha continuato a farlo fino alla fine nonostante la loro relazione fosse chiusa da tempo”.

L’accusa si basa anche sulle dichiarazioni di Tiziana Rota, moglie del calciatore Maurizio Lucchetti e amica intima in quegli anni di Internò.

L’ex fidanzata del calciatore le avrebbe confidato che se Bergamini non fosse tornato su suoi passi sarebbe stato “un uomo morto, perché mi ha disonorata, deve tornare da me perché io lo faccio ammazzare”.

Il processo è stato rinviato a lunedì, quando parleranno i legali di parte civile.

Il 27 e 30 è prevista l’arringa difensiva ed eventuali repliche dell’accusa.

Il primo ottobre dovrebbe essere emessa la sentenza.

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Redazione Nazionale

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