Pubblicato il 23 Ottobre 2024
Si abbassa sempre di più l’età dei protagonisti di crimini odiosi e brutali in Italia, che vanno dal cyberbullismo allo stupro fino alle aggressioni e agli omicidi. Un’altra terribile storia di violenza tra giovanissimi arriva da Napoli, dove la Polizia di Stato lo scorso 18 ottobre ha arrestato e trasferito in un Istituto Penale per Minorenni un ragazzo di 16 anni, accusato di aver ucciso Ramondino Gennaro nella notte del 31 agosto. Il suo cadavere fu ritrovato carbonizzato tra le sterpaglie in una zona di campagna del quartiere Pianura di Napoli.
Le indagini: l’omicidio legato allo spaccio di droga
Le indagini della Squadra Mobile di Napoli, coordinate dalla Direzione Distrettuale Antimafia e dalla Procura per i Minorenni di Napoli, avrebbero individuato il luogo dove si sarebbe verificato l’omicidio, cioè un sottoscala in via Comunale Napoli nel quartiere di Pianura, solitamente usato dai gruppi criminali della zona come piazza di spaccio.
Secondo la ricostruzione il minore, già detenuto per altra causa, avrebbe esploso dei colpi di pistola contro Ramondino a bruciapelo, uccidendolo sul colpo. Successivamente il 16enne, insieme ad altri complici, avrebbe portato il corpo del 20enne in campagna, dove è stato trovato carbonizzato, e poi pulito le tracce nel sottoscala dove si era consumato il delitto. Le motivazioni dell’omicidio, stando alle indagini, sarebbero da ricercare nelle frizioni e nei dissidi nati per la gestione dell’attività di spaccio di stupefacenti e per la suddivisione dei relativi proventi illeciti.
Per questi motivi settimane prima era già stato fermato un altro indiziato maggiorenne, accusato di favoreggiamento, occultamento e distruzione del cadavere di Ramondino Gennaro e delle auto usate per commettere i delitti. Durante le indagini è stata ritrovata anche l’arma usata per compiere il delitto, sotterrata in una campagna di Pianura.