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Omicidio di Squinzano. Ecco tutti i dettagli e i risvolti sull’agguato in stile mafioso

Pubblicato il 14 Giugno 2023

Un regolamento di conti, un assassinio che poteva essere previsto (forse), l’ennesima brutta pagina di criminalità nel Salento. L’omicidio di Squinzano continua ovviamente a far parlare di sé ed arrivano nuovi dettagli sull’agguato in pieno stile mafioso che, nella serata di ieri martedì 13 giugno, ha visto morire un 42enne del posto, Luigi Guadadiello, in via Donizetti, per mano di un sicario (o forse anche di più) ancora non identificato. La vittima è stata freddata ieri sera a colpi di pistola mentre usciva dalla sua abitazione di via Donizetti a Squinzano, intorno alle 21.30, insieme alla compagna, al figlioletto di nove mesi e ad alcuni parenti della donna. Secondo le prime ricostruzioni derivanti dalle indagini che stanno compiendo i carabinieri intervenuti sul posto e i colleghi della Scientifica, in realtà, aarebbero state più persone a sparare. Sono dieci i bossoli rinvenuti sul posto dai carabinieri della sezione scientifica. Due sono di una pistola calibro 7,65 e otto di una calibro 9 parabellum. A uccidere il 42enne sarebbero stati due proiettili: uno che lo ha raggiunto tra il torace e il collo ed un altro lo ha colpito a una gamba. Sempre secondo le prime ricostruzioni sull’omicidio di Squinzano, Guadadiello, avendo visto i suoi killer, avrebbe tentato invano di fuggire a piedi, ma sarebbe stato raggiunto e ucciso. Alcuni testimoni avrebbero riferito, infatti, la presenza di un’auto scura di grossa cilindrata vista allontanarsi a velocità sostenuta. L’uomo, ancora vivo nel momento in cui sono arrivati i sanitari del 118 per soccorrerlo, sarebbe morto poco dopo l’arrivo all’Ospedale Vito Fazzi di Lecce.

Omicidio di Squinzano, il passato di Luigi ed il presunto movente

rapina

Ma cosa c’è, o sembra esserci, almeno per il momento, dietro all’omicidio di Squinzano e l’assassinio di Luigi? L’uomo era tornato in libertà soltanto lo scorso 29 marzo dopo aver scontato una condanna a 16 anni, a sua volta, per omicidio. Gaudadiello era già noto alle cronache per diversi reati. Nel 2008 era stato arrestato e condannato, come detto, con l’accusa dell’omicidio di un uomo di origini marocchine. Per vendicare la presunta violenza sessuale subita dalla sua compagna dell’epoca che viveva in provincia di Bergamo, infatti, Luigi Gaudadiello partì in treno per raggiungere il paese in cui si trovava il presunto stupratore e ucciderlo a colpi di coltellate al cuore. Arrestato subito dopo, venne condannato a 16 anni di reclusione. Il 42enne vittima dell’omicidio di Squinzano, contro la cui abitazione, che divideva con uno dei fratelli, nel 2013 erano stati esplosi una decina di colpi di pistola, da appena tre mesi era quindi tornato libero. A Squinzano, e nel Nord Salento in particolare, c’è da tempo una guerra tra gruppi rivali per il controllo delle piazze di spaccio. Appena una settimana fa, infatti, altri otto colpo di arma da fuoco sono stati esplosi contro un’abitazione proprio alla periferia di Squinzano. In questa guerra potrebbe essere finita anche la famiglia Guadadiello, anche se ovviamente ancora tutta da confermare, questa potrebbe essere un’altra pista che porta diritti al movente dell’omicidio di ieri sera.