Dopo quasi cinque anni di attesa, è arrivata la sentenza definitiva nel nuovo processo d’Appello per l’omicidio di Willy Monteiro Duarte, il giovane palianese brutalmente ucciso nel settembre 2020 a Colleferro.
i: ergastolo per Marco e 28 anni di reclusione per Gabriele.
Nel tentativo di difendersi, Gabriele Bianchi ha preso la parola in aula, ribadendo di non essere un “mostro”:
“Non siamo delle persone senza cuore, siamo addolorati per quanto accaduto e chiediamo scusa alla famiglia di Willy. In questi anni sono stato descritto come una persona che non sono. Non vivevo di delitti, avevo una frutteria, mi svegliavo alle tre del mattino per lavorare. Abbiamo commesso errori e siamo pronti a pagare.”
Gabriele ha negato di aver colpito Willy quella notte, sostenendo di non averlo nemmeno toccato. Ha anche espresso il desiderio di poter parlare con la famiglia della vittima, nella speranza di poter chiarire le proprie responsabilità.
Anche Marco Bianchi, intervenuto in video collegamento, ha cercato di ridimensionare il suo ruolo, ammettendo di aver dato un calcio a Willy, ma sostenendo che non fosse a terra al momento del colpo.
“Pagherò per la mia responsabilità, ma non siamo mostri. Non meritiamo tutto questo odio mediatico, spero in una pena giusta.”
La Procura Generale della Corte d’Appello di Roma aveva richiesto l’ergastolo per entrambi i fratelli, senza il riconoscimento delle attenuanti generiche. La sentenza di oggi arriva dopo che la Cassazione aveva riconosciuto la loro responsabilità per omicidio volontario, disponendo un nuovo giudizio solo per la rivalutazione delle attenuanti.
I fratelli Bianchi, nel primo processo di Appello, avevano infatti ottenuto una riduzione di pena, passando dall’ergastolo a 24 anni. Con il nuovo processo, però, le condanne sono state inasprite, confermando l’ergastolo per Marco e aumentando la pena di Gabriele a 28 anni.
Restano definitive le condanne per gli altri due imputati coinvolti nella tragica aggressione:
Secondo l’accusa, quella notte si consumò un pestaggio brutale e ingiustificato, durato appena cinquanta secondi, con i fratelli Bianchi in prima linea nell’aggressione. Gabriele, esperto di arti marziali miste (MMA), avrebbe sferrato il primo violento calcio al petto di Willy, subito seguito dal fratello Marco.
Il Procuratore Generale aveva definito l’omicidio di Willy un atto indecente per la ferocia con cui è stato compiuto e per l’assoluta mancanza di revisione critica da parte degli imputati.
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