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Impagnatiello

Omicidio Giulia Tramontano: chiesto l’ergastolo per Impagnatiello

Pubblicato il 11 Novembre 2024

Ergastolo. E’ quel che, secondo l’accusa, merita Alessandro Impagnatiello, presente all’udienza, per l’omicidio volontario pluriaggravato, interruzione non consensuale di gravidanza e occultamento di cadavere, di Giulia Tramontano e del bambino che aveva in grembo.

“Oggi percorreremo brevemente le tappe fondamentali di un viaggio nell’orrore. Un orrore che ha portato all’omicidio di Giulia Tramontano e del suo bambino, trucidati con 37 coltellate con inaudita violenza il 27 maggio del 2023”, ha detto la pm Menegazzo all’inizio della sua requisitoria. 

“L’omicidio del 27 maggio è solo l’epilogo drammatico di un piano omicidiario iniziato molti mesi prima. L’imputato programmava da mesi l’omicidio, tentando di eliminare madre e figlio con la somministrazione di veleno”, ha aggiunto mentre in aula ascoltavano i familiari della vittima, tra cui la madre Loredana Femiano, il padre Franco e il fratello Mario.

“Alessandro Impagnatiello presenta tratti di ‘narcisismo mortale’, ha ammesso i fatti solo quando è stato messo con le spalle al muro, ha ammesso i fatti con un ennesimo tentativo di manipolare la realtà a suo vantaggio, non è stata una confessione spontanea”, ha sottolineato la pm.

“Il 27 maggio 2023 Impagnatiello ha semplicemente cambiato la strategia in un progetto già premeditato, cominciato con l’avvelenamento di Giulia e Tiago dal dicembre 2022, e dopo l’incontro tra lei e l’altra ragazza lui ha colto l’occasione al volo, come un giocatore di scacchi ha fatto l’ultima mossa. Poi ha messo in scena la scomparsa di Giulia Tramontano, ha reso cenere il cadavere per cancellare ogni prova” e cosi’ Giulia “sarebbe stata l’ennesima donna scomparsa”, ha spiegato.

“La denuncia di scomparsa per allontanamento volontario presentata da Impagnatiello il giorno dopo aver ucciso Tramontano è uno dei tanti tentativi di depistare gli inquirenti per allontanare sospetti da sé”, ha chiarito Menegazzo. 

L’ex barman 31enne aveva fatto credere che “la povera Giulia soffrisse di depressione e che aveva già tentato il suicidio. Questa è l’informazione che lui fa veicolare”, ha concluso la pm, definendola “indicativa del suicidio che in realtà voleva simulare”.