Pubblicato il 31 Agosto 2024
Moussa Sangare, il 31enne reo confesso arrestato per l’omicidio di Sharon Verzeni, si trova attualmente nel carcere di Bergamo sotto stretta osservazione. Il suo avvocato, Giacomo May, ha detto di averlo trovato frastornato, stanco e provato. Al gip verrà inoltrata la richiesta di convalida del fermo per omicidio aggravato dalla premeditazione e dai futili motivi, ma anche perché c’è il pericolo di reiterazione.
L’ipotesi di incapacità mentale
Sangare ha ammesso di aver ucciso Sharon senza motivo e, come ha osservato Maria Cristina Rota, procuratrice facente funzione di Bergamo, la povera 33enne semplicemente si è trovata nel posto sbagliato al momento sbagliato. Secondo la ricostruzione l’uomo sarebbe uscito con 4 coltelli e, per sua stessa ammissione, con l’intenzione di uccidere. In casa di Sangare i carabinieri avrebbero trovato e sequestrato una sagoma umana di cartone contro la quale lanciava coltelli. Non ci sarebbe alcun legame tra la vittima e il suo assassino e il gip, dopo aver ricevuto la richiesta di convalida, fisserà nelle prossime ore un’udienza che potrebbe tenersi lunedì.
Il legale dell’assassino ha già paventato l’ipotesi di richiesta di incapacità mentale poiché, alla luce di quanto successo, ritiene normale che si valuti lo stato mentale e psichico del suo assistito. Pur dichiarando che è ancora prematuro, al momento non si sente di escludere nessuna ipotesi.
La rabbia della famiglia di Sharon Verzeni
La voce della probabile richiesta di infermità mentale è giunta all’orecchio della famiglia di Sharon Verzeni che, tramite il suo avvocato Luigi Scudieri, si è detta sorpresa del fatto che si parli di incapacità subito dopo il fermo senza neanche un esame psichiatrico e il completamento delle indagini.
Il legale della famiglia Verzeni rifiuta l’idea di raptus improvviso, anche perché Sangare sarebbe uscito di casa con 4 coltelli e prima dell’aggressione della 33enne avrebbe minacciato anche due minorenni, che sono stati invitati a farsi avanti.
La situazione a Terno d’Isola
Sono stati giorni molto difficili a Terno d’Isola, dove molte persone hanno preferito non uscire proprio di casa, temendo che il killer fosse ancora nel paese. Intanto in via Castegnate, il luogo dove è stata uccisa Sharon, sono stati depositati diversi mazzi di fiori e un cartello riportante la scritta: “Giustizia è fatta”.
Alcuni presenti hanno riferito che anche il compagno della vittima, Sergio Ruocco, ha portato sul posto di mattina presto una composizione floreale con rose bianche. La gente del luogo ora si sente più sicura, anche se resta il senso di profonda inquietudine poiché, come ha osservato un commerciante, “poteva capitare a chiunque”.