Pubblicato il 29 Agosto 2024
Si continua a indagare a 360° sulla morte di Sharon Verzeni, che resta avvolta nel mistero. Piccoli passi avanti sono stati fatti, come l’individuazione del cosiddetto uomo in bici considerato uno dei testimoni chiave del delitto, in quanto sarebbe stato in prossimità di via Castegnate al momento dell’uccisione. Intanto però è spuntata un’altra pista, quella del pusher, un uomo che non si fa vedere da tempo e che potrebbe in qualche modo essere coinvolto nell’assassinio.
Il pusher scomparso
Un commerciante della zona, il cui locale si trova a pochi passi dal luogo del delitto, ha raccontato a Il Corriere della Sera che nel paese ci sono dei personaggi poco raccomandabili, in gran parte marocchini che “fanno sempre un gran casino e che sono veloci di lama”. Ha detto che per qualche giorno non li ha più visti, ma poi hanno iniziato a ricomparire uno ad uno.
Tutti tranne uno di circa 35 anni che, a quanto pare, sarebbe sparito ormai da settimane. Gli inquirenti hanno fatto vedere al commerciante anche le foto segnaletiche di diversi elementi sospetti, ma del pusher scomparso nessuna traccia. Il commerciante ha anche aggiunto che sono andati a minacciarlo dopo aver visto carabinieri in borghese in negozio: “Sono venuti a minacciarmi. Mi hanno detto ‘sei un infame, perché non ti fai i c…i tuoi'”.
A caccia dell’arma del delitto
Al momento si continuano a seguire diverse piste, come quella di Scientology, l’organizzazione alla quale Sharon avrebbe fatto dei versamenti, così come si continua a cercare l’arma del delitto che potrebbe dare una svolta alle indagini e che dovrebbe essere un coltello da cucina o un grosso pugnale.
Nella giornata di ieri il sindaco di Terno d’Isola ha anche chiuso alcune strade per permettere ai carabinieri di Zogno, di Bergamo e del Nucleo Investigativo Provinciale di cercare l’arma del delitto con dei metal detector nelle siepi, nelle aiuole, nei tombini e nelle strade dove potrebbe essere passato l’assassino.