Pubblicato il 25 Giugno 2022
Lo scorso giovedì 23 giugno la Sezione del giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Catania ha emesso il decreto di scarcerazione per Georgeta Colesniscenco, la 48enne di origini rumene che la sera del 3 febbraio del 2021 uccise in un palazzo di via Stazzone, nel rione Cibali a Catania, la vicina di casa, la 41enne colombiana Garcia Rios, con una coltellata allo stomaco che provocò un’emorragia interna. L’uccisione arrivò al culmine di una lite tra vicini, che a sua volta sarebbe partita da dei pugni sul muro della 48enne infastidita dai rumori che giungevano dall’abitazione del fratello della 41enne. A ciò fece seguito la colluttazione conclusasi con la morte della colombiana. Sin da subito la Colesniscenco venne etichettata come crudele assassina, ma in seguito si scoprì che lei era stata aggredita in un primo momento dal fratello della vittima.
La 48enne ha dovuto scontare la sua pena al carcere di Agrigento perché in un primo momento era stata condannata a due anni di reclusione, al pagamento delle spese processuali e a quelle del suo mantenimento in carcere. Lo scorso mese di ottobre furono accolti il rito abbreviato e la perizia della difesa, rappresentata dall’avvocato Pietro Ivan Maravigna, che ha sempre chiesto la totale assoluzione della 48enne. Lo stesso avvocato Maravigna, sentito da noi telefonicamente, ha svelato un particolare di non poco conto. La stessa sera del 3 febbraio del 2021, quando l’appartamento della 48enne venne posto sotto sequestro venne portata via la sua gattina da due volontarie e di essa non si sa più da allora. Sull’evolversi del processo la battaglia per l’assoluzione andrà avanti.
“La gattina venne presa da due volontarie presumibilmente appartenenti all’Asp – ha detto Maravigna –, ma è scomparsa. La Procura della Repubblica intervenne per sequestrare l’appartamento, che già è stato dissequestrato, ma la direzione veterinaria dell’Asp non sa niente del fatto che l’animale era stato affidato alle volontarie. Adesso dobbiamo quindi interpellare la Procura per poi interrogare le due volontarie. Riguardo all’evoluzione della vicenda giudiziaria affermo che il giudice ha riconosciuto che la Colesniscenco era stata aggredita, che non voleva uccidere e che voleva soltanto difendersi e ora avrà 90 giorni di tempo per rendere note le motivazioni che l’hanno portato a emettere la sentenza precedente. In seguito decideremo se appellarci o meno, ma è molto più probabile che lo faremo. Per il risarcimento dei danni una delle parti civili è l’aggressore, ovvero il fratello della vittima, e il giudice ha già decimato da 50mila a 5mila euro la somma che dovrà elargire Georgeta. Ma anche il fratello della vittima dovrà risarcire Georgeta per le lesioni che le ha procurato”.
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