Pubblicato il 2 Aprile 2021
“Ci auguriamo che il ddl Zan venga calendarizzato al più presto e che venga finalmente e urgentemente esaminato nelle sedi proprie. Rifiutiamo categoricamente che il contrasto alla violenza e alla discriminazione, da qualunque ragione occasionate, possa considerarsi divisivo e non, come è, un tema di civiltà e rispetto della persona”. È quanto dichiara il responsabile dell’ufficio Nuovi diritti della Cgil nazionale, Sandro Gallittu, a proposito dello slittamento a mercoledì prossimo della decisione della Commissione Giustizia del Senato in merito alla discussione in Senato della proposta di legge di contrasto all’omolesbobitransfobia, alla misognia e all’abilismo, già approvata dalla Camera lo scorso 4 novembre. “Mentre si susseguono episodi di violenza e dichiarazioni di solidarietà alle quali non conseguono comportamenti politici coerenti – aggiunge il dirigente sindacale – il tempo continua a scorrere, nonostante i ripetuti richiami anche da parte delle istituzioni europee affinché il nostro Paese si doti di una legislazione in linea con i provvedimenti già adottati dal nucleo dei paesi fondatori dell’Unione”. E ancora: “Abbiamo sempre sostenuto che la legge, quando approvata, non costituirà la panacea di tutti i mali perché – sottolinea Gallittu – sarà di altrettanta se non maggiore importanza attivare le leve culturali e legislative per la diffusione del rispetto di ogni differenza e per il riconoscimento dei diritti, in linea con quanto previsto dai principi fondamentali del nostro ordinamento. Ma il passaggio parlamentare è necessario, urgente e non più differibile”. Per il dirigente sindacale “è grave che il rinvio sia stato accompagnato da dichiarazioni circa un presunto carattere ‘divisivo’ della legge, e che vi siano state velate minacce di affidarne la relazione ai più ostinati oppositori della proposta”. Infatti, “l’esistenza, all’interno di una composita maggioranza di Governo, delle note divergenze sul tema non può più costituire un alibi per il rinvio sine die della discussione: si tratta infatti di un tema squisitamente parlamentare, assolutamente estraneo agli equilibri di Governo e – conclude Gallittu – il Parlamento deve necessariamente rivendicare le competenze che gli sono proprie”.