Riguarda anche la provincia di Latina l’indagine condotta dai finanzieri del nucleo di polizia Economico-Finanziaria di Frosinone denominata “Diesel free tax”.
Attraverso il mancato versamento dell’iva e di altre imposte dirette, gli indagati riuscivano a vendere prodotti petroliferi a prezzi inferiori alla media del mercato.
La Procura di Cassino, che ha coordinato l’indagine, ha emesso un decreto di sequestro per la confisca diretta, e per equivalente di beni, per un ammontare di oltre 40 milioni di euro, quale provento di attività illecita compiuto da parte di un gruppo criminale che operava su tutto il territorio nazionale.
Ne facevano parte società e anche soggetti vicini alla criminalità organizzata campana del clan camorristico Formicola. Tra i soggetti destinatari del provvedimento giudiziario ci sono infatti alcuni pregiudicati, contigui al clan operante prevalentemente in provincia di Napoli.
Il sequestro ha riguardato le disponibilità finanziarie di quattro società con sede legale nelle province di Frosinone e di Napoli, nonché le disponibilità finanziarie, di beni mobili e immobili di sei soggetti, amministratori di diritto e di fatto. Nel corso delle operazioni sono stati sottoposti a sequestro decine di immobili, alcuni dei quali anche di pregio, nonché vari terreni nelle province di Frosinone, Napoli, Avellino, Campobasso e Cosenza, autovetture, motocicli, partecipazioni in altre società, ingenti disponibilità finanziarie e un’imbarcazione ormeggiata nel porto di Torre del Greco.
Le complesse e prolungate attività di indagine sono state avviate nel 2018, a seguito di due distinte verifiche fiscali nei confronti di una società di capitali attiva nella commercializzazione di prodotti petroliferi, con sede a Sora. Le investigazioni hanno poi consentito di individuare decine di società coinvolte su tutto il territorio nazionale, in particolare in provincia di Roma, Napoli, Milano, Verona e Latina, che a vario titolo hanno posto in essere condotte illecite, quali l’omessa presentazione delle dichiarazioni dei redditi, l‘omesso pagamento dell’Iva tramite il rilascio di false dichiarazioni d’intento prive dei requisiti di legge, nonché l’occultamento delle scritture contabili al fine di impedire la ricostruzione della movimentazione dei prodotti petroliferi commercializzati.
Complessivamente, sono indagate 116 persone, di volta in volta interessate in relazione alle diverse fattispecie di reato emerse con particolare riferimento alle dichiarazioni fraudolente, alle indebite compensazioni di crediti d’imposta e all’autoriciclaggio, nonché 29 società in materia di responsabilità amministrativa degli enti derivante da reato.
Sempre nel medesimo filone investigativo, si evidenzia che già nel dicembre 2020 le Fiamme Gialle ciociare avevano tratto in arresto un imprenditore della provincia di Latina, procedendo a sottoporre a sequestro preventivo, finalizzato alla confisca, numerosi beni per un valore di oltre un milione di euro.
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