Un’importante operazione della Polizia di Stato, coordinata dalla Procura di Napoli, ha portato allo smantellamento di una rete di sfruttamento sessuale di minori online. Quattro persone sono state arrestate e quindici risultano indagate per detenzione di materiale pedopornografico. Durante le perquisizioni, sono stati sequestrati numerosi wallet di criptovalute e dispositivi informatici contenenti decine di migliaia di file illegali.
Gli arrestati includono un disoccupato 27enne di Foggia, un informatico 49enne di Biella, un operaio 22enne di Caserta e un massaggiatore 36enne di Pesaro Urbino. Tra gli indagati figurano diverse categorie professionali, tra cui un avvocato, impiegati e liberi professionisti.
Le indagini hanno portato alla scoperta di “Wikipedo”, una pagina presente nel dark web che fungeva da enciclopedia della pedopornografia, contenente persino un manuale per pedofili. L’operazione, denominata “Stream”, è stata condotta dal Centro Nazionale per il Contrasto alla Pedopornografia Online, in collaborazione con il Centro Operativo per la Sicurezza Cibernetica di Napoli. La fase esecutiva ha coinvolto anche le forze dell’ordine di diverse regioni italiane, tra cui Lombardia, Lazio, Piemonte, Toscana, Emilia Romagna, Puglia, Veneto e Sardegna.
Attraverso la cooperazione con la polizia tedesca e l’Europol, è stata individuata la piattaforma “Kidflix”, un servizio di streaming on demand di contenuti pedopornografici, accessibile esclusivamente tramite pagamenti in criptovalute. Tra aprile 2022 e marzo 2025, la piattaforma ha registrato ben 1,8 milioni di utenti in tutto il mondo.
L’11 marzo 2025, le autorità di Germania e Paesi Bassi hanno proceduto al sequestro del server principale, che conteneva circa 72mila video illegali. Creato nel 2021 da un cybercriminale, Kidflix è rapidamente diventato uno dei principali punti di riferimento per pedofili nel dark web, con un totale di 91mila video caricati e 6.288 ore di contenuti condivisi. In media, venivano aggiunti 3,5 nuovi video ogni ora, molti dei quali mai rilevati prima dalle forze dell’ordine.
A differenza di altre piattaforme simili, Kidflix non solo consentiva il download di materiale illegale, ma offriva anche un servizio di streaming. I pagamenti avvenivano attraverso criptovalute, convertite in token virtuali, che gli utenti potevano accumulare caricando nuovi contenuti, verificando titoli e descrizioni dei video e assegnando loro delle categorie. I contenuti erano disponibili in diverse qualità e potevano essere sbloccati solo a pagamento.
Questa vasta operazione ha rappresentato un colpo significativo alle reti di sfruttamento minorile nel dark web, dimostrando l’efficacia della collaborazione tra le autorità italiane e internazionali nella lotta contro la criminalità online.
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