Ci siamo di nuovo. Nella notte tra sabato 29 e domenica 30 marzo 2025, le lancette degli orologi andranno spostate un’ora avanti per il ritorno dell’ora legale. Questo cambiamento porta con sé vantaggi in termini di risparmio energetico, ma può anche avere effetti sul corpo umano.
Anche se non rappresenta un rischio per la salute pubblica, è noto che l’alterazione dei ritmi circadiani possa causare stanchezza, perdita di concentrazione, nausea e inappetenza nei primi giorni. Insomma, un periodo di adattamento è necessario per molti.
Secondo Terna, la società che gestisce la rete elettrica nazionale, nel 2024 l’adozione dell’ora legale ha portato a un risparmio di 340 milioni di kWh, pari al fabbisogno annuo di 130.000 famiglie. Tuttavia, rispetto al consumo totale di energia in Italia (312,3 miliardi di kWh), il risparmio è stato solo dello 0,11%. L’impatto ambientale, però, è significativo: 160.000 tonnellate di CO2 in meno e un risparmio in bolletta stimato in 75 milioni di euro.
Una ricerca del 2017 della Charles University di Praga, basata su 44 studi internazionali, ha calcolato che il risparmio medio di energia derivante dall’ora legale è dello 0,34%, con differenze significative tra i vari Paesi.
Secondo la Società Italiana di Medicina Ambientale (SIMA), il cambio d’ora può avere effetti negativi sulla salute. Come ha spiegato Alessandro Miani, presidente SIMA, l’alternanza tra ora solare e ora legale disturba i ritmi biologici dell’organismo, influenzando pressione arteriosa e frequenza cardiaca. Uno studio dell’Università di Stoccolma ha rilevato un aumento del 4% degli attacchi cardiaci nella settimana successiva all’introduzione dell’ora solare.
Il dibattito sull’abolizione del cambio d’ora è aperto da anni. Nel 2018, un sondaggio della Commissione europea ha rivelato che l’84% dei cittadini dell’UE era contrario al passaggio da ora solare a ora legale, con un 66% di contrari in Italia. Negli Stati Uniti, un sondaggio Gallup ha mostrato che il 48% degli americani preferirebbe mantenere l’ora solare tutto l’anno, mentre solo il 19% è favorevole al sistema attuale. Nonostante le discussioni, in Europa non è stato ancora trovato un accordo per abolire definitivamente il cambio d’ora.
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