Orinatoi a forma di bocca femminile in una palestra di Torino, esplode la bufera social

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Dopo le polemiche furiose per la ragazza ricoperta di cioccolato distesa in un buffet in un rinomato hotel della Sardegna, esplode un altro caso di sessismo: la foto di orinatoi a forma di bocca femminile all’interno dei bagni maschili di una palestra della catena McFit.

La polemica sollevata da Greta Squillace, star di The Voice of Italy

La polemica è scoppiata dopo che Greta Squillace, vocal coach e vincitrice di The Voice of Italy, ha pubblicato le foto e le ha aspramente criticate con questa frase: “Una palestra con gabinetti a forma di bocca di donna nei bagni dei maschi. Mi immagino già i commenti dei fenomeni che ci pisceranno lì dentro… Io fossi in voi mi vergognerei”.

La foto è diventata subito virale e molti follower hanno commentato indignati e si sono mostrati solidali con la cantante, puntando il dito proprio contro la nota catena di palestre. La questione ha suscitato ancora più indignazione poiché si scontra con il movimento #iononsonocarne lanciato dai vip per protestare contro il terribile stupro di Palermo e ricordare che la donna non è un oggetto sessuale.

Orinatoi a forma di bocca, la risposta della McFit

La stessa McFit ha risposto in modo piccato alla Squillace con queste parole: “Sentiti sempre libera di urinare in quelli delle donne. Spread the love”.

Una frase che non ha fatto altro che aizzare gli animi degli utenti che hanno attaccato l’azienda, la quale ha provato a placare le polemiche spiegando che gli orinatoi “sono opera di Meike van Schjinde, un designer olandese che li ha progettati nel 2004 in occasione della Giornata mondiale dei servizi igienici con lo scopo di portare l’attenzione sul fatto che milioni di persone nel mondo non hanno accesso a impianti sanitari”.

Nella nota rilasciata dalla McFit si specifica che: “Gli orinatoi nei bagni McFit sono stati scelti dal nostro team di designer che opera a livello internazionale. Nei nostri centri ricerchiamo uno stile particolare e questi oggetti sono considerati elementi di arredamento caratterizzanti i nostri ambienti. Quando però a Bologna anni fa c’è stata la prima e unica critica ci siamo fatti delle domande e nell’evoluzione del nostro standard abbiamo deciso di cambiare per evitare messaggi sbagliati”.

Infine arrivano le scuse: “Ci scusiamo se qualcuno si è sentito offeso perché la nostra azienda ha tra i suoi punti cardini l’inclusività e la parità di genere” e la McFit garantisce di essere “molto sensibili a questi temi, la maggior parte delle palestre sono guidate da donne e collaboriamo con diverse piattaforme Lgbtq+, nessuna intenzione di trasmettere messaggi di disuguaglianza”.

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Redazione Nazionale

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