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Orlando ricorda Rita Borsellino

Pubblicato il 15 Agosto 2020

Ricordare Rita Borsellino, sorella del magistrato Paolo e punto di riferimento nell’impegno culturale antimafia. Il sindaco di Palermo, Leoluca Orlando, così si è espresso: “A due anni dalla scomparsa di Rita Borsellino sono ancora grandi il dolore e la commozione per la perdita di una grande donna, uniti alla gratitudine per la sua testimonianza di cittadinanza attiva. Con la sua passione e il suo senso di amore e gentilezza, Rita ha combattuto tante battaglie non solo di legalità e civiltà. Ha proseguito, con grande umanità e cultura, l’impegno che Paolo aveva messo in magistratura, con l’unico comune obiettivo di liberare Palermo e la Sicilia dalla mafia”, ha dichiarato il sindaco.

“Lo stesso impegno che oggi prosegue grazie al lavoro del Centro intitolato proprio a Paolo e Rita, ospitato in un bene confiscato del Comune di Palermo”, ha aggiunto Orlando.

Il Centro Paolo e Rita Borsellino: “Ricordiamo Rita e la sua instancabile opera educativa”

«Il “Centro studi, ricerca e documentazione -Sicilia Europa – Paolo e Rita Borsellino“ non porta soltanto il nome della amata Rita, ma è profondamente intriso del suo spirito, della sua instancabile opera di divulgazione ed educazione, della sua capacità di comunicare con tutti i suoi interlocutori, dai giovanissimi ai più alti rappresentanti delle istituzioni nazionali ed europee, cui riusciva a trasferire, con pacata determinazione, la sua incrollabile fede verso la necessità di ricordare per imparare. Ricordiamo Rita con un sorriso, perché lei regalava a tutti il suo sorriso bellissimo e ammaliante al quale non rinunciava mai, perché era caparbiamente convinta che anche in un Paese straziato dalla corruzione e dal potere dei sistemi mafiosi, si dovesse lottare con forza, determinazione, coesione sociale per ottenere giustizia e per giungere alla conoscenza di verità fino ad oggi inconfessabili, ma che le lotte anche le più dure si dovessero fare con quella serena determinazione di cui il suo sorriso era il marchio di riconoscimento», scrive Vittorio Teresi sulla pagina Facebook del Centro.

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