E’ abbastanza evidente come, in provincia di Latina, il sentimento di rispetto per i ‘cari estinti’ non sia in cima ai pensieri di tanti che, nel campo della tumulazione ed in quello cimiteriale, ci lavorano.
Dopo gli episodi accaduti al cimitero di Sezze, infatti, e che sono costati la poltrona di primo cittadino, sia pur in maniera indiretta, all’ex sindaco Sergio di Raimo, un altro episodio in qualche modo simile viene segnalato sull’isola di Ponza.
Alcuni visitatori, infatti, hanno notato, nei giorni scorsi, un pannello sospetto che sembrava nascondere qualcosa. I più curiosi sono andati a ‘scoprire’ l’arcano trovandosi di fronte ad una scena a dir poco raccapricciante: bare accatastate e buste nere della spazzatura piene di resti dei defunti… In alcune di queste buste erano stati riposti dei capelli, in altre gli abiti e le scarpe dei morti. Il tutto senza, ad una prima occhiata, che le buste fossero in alcun modo state contrassegnate per riuscire a risalire all’identità dei resti rimossi dalla sepoltura.
Della cosa sono state ovviamente investite le forze dell’ordine. Gli investigatori dovranno accertarsi che la procedura messa in atto per lo ‘smaltimento’ di queste sepolture sia regolare o meno.
L’area è stata posta quindi sotto sequestro da parte dei finanzieri di stanza sull’isola, ed ora è tutto al vaglio del magistrato competente.
La situazione venuta a crearsi potrebbe essere relativa all’ordinanza, dello giugno scorso, con cui la giunta Ferraiuolo aveva disposto “l’immediata traslazione di 40 salme” e la “temporanea allocazione delle salme nella chiesa della Salvazione”.
Un provvedimento urgente reso necessario dal fatto che la Regione Lazio, come si legge nel documento “ha proceduto all’affidamento dei lavori di messa in sicurezza del Cimitero di Ponza e consolidamento scarpate in località Grotte di Pilato”.
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