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Orrore in provincia di Latina: quattro cuccioli di bufala legati e chiusi nel bagagliaio di un’auto

Gli animali, in precarie condizioni di salute, disidratati e legati, stavano rischiando la morte. Sono stati salvati da una pattuglia della Finanza che effettuava controlli lungo la Flacca

Pubblicato il 5 Marzo 2024

La provincia di Latina è stata teatro di un salvataggio insolito e commovente. Durante un normale controllo per eccesso di velocità sulla pericolosa Via Flacca, una pattuglia della Guardia di Finanza ha scoperto qualcosa di inaspettato: quattro piccoli di bufala legate e ammassate nel bagagliaio di un’auto. L’alta velocità ha tradito i due uomini a bordo, che cercavano di trasportare segretamente gli animali, sfuggendo alle rigide normative sanitarie a causa di un focolaio di brucellosi nella zona tra Campania e basso Lazio.

Immediato Intervento e Salvataggio

Gli animali, in precarie condizioni di salute, disidratati e legati, stavano rischiando la morte. Grazie all’intervento tempestivo delle forze dell’ordine, sono stati sequestrati e affidati all’associazione animalista Vita. L’organizzazione si è presa cura delle bufale, condividendo su Facebook il processo di recupero e riabilitazione, che ha richiesto tre settimane di dedizione tra allattamento, alimentazione adeguata e cure veterinarie.

Una Sfida Contro la Burocrazia

L’associazione Vita ha espresso frustrazione per le difficoltà burocratiche incontrate nel tentativo di ottenere l’autorizzazione a spostare le bufale in un ambiente più adatto. Nonostante le circostanze eccezionali e l’ovvia urgenza del caso, il percorso per garantire il benessere a lungo termine degli animali si è rivelato estenuante. La critica all’inefficienza burocratica evidenzia un disallineamento tra le esigenze immediate del benessere animale e la lentezza dei processi amministrativi.

Un Lieta Conclusione

Nonostante gli ostacoli, la storia ha un finale felice: il Ministero della Salute ha recentemente autorizzato il trasferimento delle bufale in un’oasi privata nella provincia di Roma, dove potranno vivere in condizioni ideali, rispettando le loro esigenze naturali e lontano dalle logiche dell’allevamento intensivo. Questo caso ha illuminato non solo la questione del benessere animale ma anche la necessità di maggior flessibilità e sensibilità da parte delle autorità di fronte a situazioni eccezionali.