« Torna indietro

La giovane ha avuto il coraggio di denunciare.

Orrore a Rimini: massacra la moglie e la lancia giù dal balcone facendole perdere il bimbo che aveva in grembo

Pubblicato il 5 Ottobre 2024

Una storia di inaccettabile e odiosa violenza di genere viene da Rimini, dove un 27enne di origini senegalesi avrebbe percosso e maltrattato la moglie per anni, a partire dal 2019. La vicenda, riportata da Rimini Today, è stata ricostruita dai giudici del collegio del tribunale di Rimini e l’accusa per l’uomo, adesso residente a Londra, è di maltrattamenti in famiglia.

Le violenze quotidiane sulla moglie

Le violenze dell’uomo nei confronti nella donna erano iniziate nel 2019, quando nacque il loro primogenito. Neanche la nascita del figlio però fermò il 27enne che, anzi, picchiava e massacrava la compagna senza pietà anche sotto gli occhi innocenti del neonato. Secondo l’accusa le violenze si sarebbero aggravate giorno dopo giorno e neanche la notizia della seconda gravidanza della donna lo avrebbe fermato.

Come riferito dalla moglie l’uomo la maltrattava e le metteva le mani addosso quasi ogni giorno e una volta, al quarto mese di gravidanza, la mandò all’ospedale a causa delle violente percosse. La donna ha raccontato che, durante una delle frequenti violenze, è caduta dal balcone del piano rialzato dalla casa dove vivevano. A tre mesi di distanza dalle dimissioni dell’ospedale la ragazza perse il bambino.

Nemmeno la perdita del secondogenito avrebbe fermato però il senegalese, che avrebbe continuato a picchiare la moglie e minacciarla di morte. La moglie ha raccontato che le violenze non erano solo fisiche, ma anche psicologiche. Secondo il suo racconto l’uomo la costringeva a indossare gli abiti scelti da lui e le vietava di uscire di casa senza il suo consenso, controllando ogni aspetto della sua vita.

La situazione è precipitata quando l’uom ha deciso di trasferirsi a Londra, portando con sé anche il figlio. Solo a quel punto la donna ha deciso di ribellarsi a quella vita di violenze e di soprusi, denunciando tutto alle forze dell’ordine.