Pubblicato il 28 Marzo 2022
Il professor Alessandro Orsini domani ritornerà a Cartabianca, il programma condotto da Bianca Berlinguer. Ci sono in argomento indiscrezioni pubblicate dal portale specializzato Tv Blog, poi confermate da altri quotidiani, con fonti attendibili in merito alla Rai. La settimana scorsa, Orsini era entrato a far parte dei collaboratori e dei commentatori esterni, con un contratto per sei puntate. Ma viale Mazzini aveva annullato il contratto con il docente della Luiss. Continua a leggere.
Bianca Berlinguer ha diffuso la sua opinione autorevole
Orsini si è fatto avanti, proponendo andare a Cartabianca gratuitamente. Bianca Berlinguer, dal canto suo, aveva contestato i limiti imposti al suo ruolo di autrice.
Queste le sue parole: “Apprendo che il contratto sottoscritto dalla Rai e dal professore Alessandro Orsini sarà interrotto per decisione della direzione di Rai3 senza che io sia stata consultata in merito. Una decisione che limita gravemente il mio ruolo di autrice e di responsabile di Cartabianca per quanto riguarda la questione fondamentale della scelta degli ospiti e di conseguenza dei contenuti sui quali si costruisce la discussione.
Aggiungo che non condivido la decisione di escludere una voce certamente rappresentativa di un’opinione presente nella società italiana e tra gli studiosi, in quanto ciò porterebbe a una mortificazione del dibattito che per essere tale deve esprimere la più ampia pluralità di idee. Non è forse questa la missione del servizio pubblico?”.
Orsini gratis a Cartabianca
Ma la presenza del docente della Luiss era sconsigliata perché economicamente onerosa o perché scomoda? Non manca chi dissente dalla posizione di Orsini, singolare se paragonata a quella del resto dell’opinione pubblica in merito al conflitto ucraino. C’è chi lo definisce filo-Putin. E’ possibile che la televisione pubblica abbia accettato i suoi distinguo. La questione riguarda la libertà di parola e la rilevanza dello scambio dei modi di vedere. Modi di vedere che, comunque, non saranno espressi utilizzando il denaro degli utenti Rai. Ma di censura non si può più parlare.