Pubblicato il 21 Luglio 2022
E’ il primo orto in orbita attorno alla Terra: si chiama GREENCube, è italiano ed è arrivato nello spazio con il primo lancio del nuovo razzo Vega C dell’Agenzia Spaziale Europea (Esa), partito dalla base spaziale di Kourou (Guyana francese) il 13 luglio scorso.
Il piccolo orto è stato progettato da un gruppo tutto italiano, formato da Enea, Università Federico II di Napoli e Sapienza Università di Roma, nel ruolo di coordinatore e titolare di un accordo con l’Agenzia Spaziale Italiana (Asi).
GREENCube è in grado di garantire un ciclo completo di crescita di micro-verdure selezionate fra quelle più adatte a sopportare condizioni estreme, in questo caso il crescione: i risultati saranno cruciali per valutare la risposta delle piante alle condizioni di stress estremo, al fine di utilizzarle come alimento fresco ed altamente nutriente nelle future missioni con astronauti a bordo.
“La ricerca spaziale si sta concentrando sullo sviluppo di sistemi per il supporto alla vita nello spazio”, dice Luca Nardi, del Laboratorio Biotecnologie dell’Enea.
Alloggiato in un ambiente pressurizzato e confinato, il micro-orto ha sistemi di illuminazione specifica, controllo di temperatura e umidità, e sensori hi-tech per il monitoraggio e controllo da remoto dei parametri ambientali, della crescita e dello stato di salute delle piante, che trasmetterà a terra tutti i dati.
“Gli organismi vegetali sono in grado di rigenerare risorse preziose come aria, acqua e nutrienti minerali”, evidenzia Nardi. “Ma da non sottovalutare è anche il beneficio psicologico per l’equipaggio – aggiunge Nardi – derivante dalla coltivazione e dal consumo di verdura fresca per far fronte allo stress psicologico cui gli astronauti sono soggetti”.