Pubblicato il 10 Ottobre 2023
In Veneto continua la lotta contro gli autovelox, una battaglia senza quartiere avviata da alcuni “giustizieri” che stanno vandalizzando, sabotando e distruggendo le macchinette che controllano la velocità.
Già nel mese di agosto a Cadoneghe, in provincia di Padova, fu abbattuto l’autovelox della discordia, così chiamato poiché in grado di erogare ben 24.000 multe nel giro di un mese.
Ebbene quell’autovelox fu fatto esplodere con una bomba e sul posto furono ritrovate anche tracce di polvere da sparo usate evidentemente come innesco.
Nel mirino dei “terroristi” degli autovelox è finita un’altra macchinetta, sempre a Padova, sulla Monselice mare a Tribano.
Sabotato un altro autovelox a Padova
Il sabotaggio delle macchinette che controllano la velocità in Veneto prosegue senza soluzione di continuità, infatti sempre ad agosto pochi giorni dopo l’esplosione della macchinetta a Padova si è verificato un altro “incidente” sull’occhio elettronico del Velocar, “accecato” con una schiuma poliuretanica, che ogni anno sanziona circa 5.000 automobilisti.
La lunga scia dei sabotaggi non si è conclusa qui e, nella notte tra lunedì 2 e martedì 3 ottobre, la base di cemento che sorreggeva il palo di un autovelox sulla Monselice mare a Tribano è stata abbattuta e spostata dalla sua sede.
Furioso il sindaco Massimo Cavazzano, che ha parlato di sabotaggio e ha spiegato che quell’autovelox era necessario per la sicurezza della popolazione perché lungo la strada gli autisti raggiungevano velocità folli fino a 150 km/h. L’autovelox rilevava fino a 80 infrazioni al giorno proprio per eccesso di velocità.
L’autovelox, installato esattamente 2 mesi fa, ha avuto vita breve e a quanto pare è stato trascinato via da un trattore che avrebbe trainato il palo, come dimostrano i grossi segni di pneumatici sul terreno.
Insomma gli autovelox non hanno pace in Veneto e le amministrazioni comunali devono fare i conti con i “terroristi dell’autovelox” che continuano a sabotare e distruggere i rilevatori della velocità dislocati in varie parti della regione.