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giudice del lavoro

Ha pagato un killer per uccidere l’uomo che ha stuprato la figlia minorenne suicida

Pubblicato il 1 Giugno 2024

È stato chiesto il rinvio a giudizio per Lucio Iorillo, il 64enne ex operaio e padre della ragazzina 14enne che si tolse la vita il 6 gennaio 2008 dopo essere stata violentata. Iorillo è accusato di essere il mandante dell’omicidio di Giuseppe Matarazzo, il pastore 45enne di Frasso Telesino autore della violenza nei confronti della minorenne. Iorillo adesso dovrà comparire il prossimo 27 novembre davanti al gup Loredana Camerlengo, che dovrà valutarne il rinvio a giudizio.

L’uccisione di Matarazzo

Matarazzo fu giudicato colpevole dello stupro della ragazzina e fu condannato a 11 anni e 6 mesi. Dopo aver scontato la pena fu scarcerato, ma dopo appena un mese fu freddato da due colpi di pistola fuori la sua casa nel luglio del 2018.

La richiesta di rinvio a giudizio per Iorillo, avanzata dal pm Bianco, sono un nuovo sviluppo dell’inchiesta avviata dai carabinieri sull’omicidio di Matarazzo.

In un primo momento la Corte di Appello di Napoli, il 14 marzo 2023, emise una sentenza di assoluzione nei confronti di Giuseppe Massaro, 59enne di Sant’Agata dei Goti, e Generoso Nasta, 34enne di San Felice a Cancello, ritenuti i killer di Matarazzo. Poi però è arrivata la sentenza della Cassazione, che ha di fatto annullato la sentenza della Corte di Appello.

Un omicidio su commissione?

La sentenza di secondo grado aveva completamente ribaltato quella della Corte di Assise. Massaro nello specifico è accusato di aver fornito la 357 Magnum, detenuta legalmente, con la quale sarebbe stato ucciso Matarazzo. Nasta invece è accusato di essere alla guida dell’auto da dove sono partiti i colpi mortali.

Secondo la Procura ad aver commissionato l’omicidio per 20.000 euro, una parte già versata, sarebbe stato proprio Iorillo che nella sera dell’agguato avrebbe incontrato molte persone proprio per allontanare i sospetti da lui.

Le testimonianze

L’omicidio risale al 19 luglio 2018 in via Bocca alla contrada Selva, dove viveva Matarazzo che era tornato nel paese dopo aver scontato gli 11 anni di pena per la violenza sulla ragazzina, poi morta suicida. L’omicidio si consumò davanti alla madre del 45enne, che riuscì a fornire indicazioni vaghe relative all’auto e alle due persone a bordo che avevano fatto fuoco.

Nel corso degli anni i carabinieri hanno ascoltato molti altri testimoni, tra i quali anche componenti della famiglia Matarazzo e della famiglia Iorillo, e diversi vicini di casa della vittima. Con il nuovo processo di Appello alle porte per i due presunti killer e il rinvio a giudizio per Iorillo, sembra ancora lontana la parola fine su questa tragica vicenda.