Pubblicato il 10 Giugno 2020
“Il mio partito è Palermo e occorre affrontare la disperazione d’imprenditori e nuovi poveri prima che la rabbia sociale diventi violenza”. Da qui le richieste di Leoluca Orlando alla ministra dell’Interno Luciana Lamorgese. Prima di tutto, è “necessario rimuovere il divieto del potere di ordinanza dei sindaci, che devono poter tornare a esercitare il loro potere di ordinanza, assumendone le responsabilità sulla base di criteri minimi di sicurezza, che devono essere indicati soltanto dal governo nazionale e non possono essere rimessi all’arbitrio dei singoli presidenti di Regione. Presidenti che creano confusione e disorientano i cittadini ma, al contempo, anche i sindaci che diventano dei parafulmini”, sostiene il sindaco di Palermo.
Orlando ha incontrato in videoconferenza la ministra, lo scorso 9 giugno, unitamente ad altri primi cittadini delle città metropolitane, in una videoconferenza, alla presenza pure del capo della Polizia Franco Gabrielli e del presidente dell’ANCI (Associazione Nazionale Comuni Italiani) nazionale, Antonio Decaro.
Oltre a esprimere apprezzamento per l’impegno di prefetti e forze dell’Ordine, Orlando ha chiesto che sia eliminata “la sanzione prevista per il mancato raggiungimento del 36 percento dei costi per i servizi a domanda individuale. Chiediamo, inoltre, che venga rimosso il blocco disposto dal governo ai bandi per i piani di utilità collettiva di coloro che hanno un reddito di cittadinanza, poiché questo blocco impedisce ai Comuni di fare ricorso ad una risorsa importante: a Palermo sono 12mila le persone che potrebbero essere utilizzate”.
Per il sindaco, è ” veramente singolare che mentre è saltato il patto di stabilità europea, i Comuni siano invece tenuti al vincolo di spesa. Il Comune di Palermo avrebbe domani mattina duecentoventi milioni di euro di liquidità, se solo si eliminasse il vincolo di spesa. È una norma a costo zero, che darebbe enorme liquidità ai Comuni”.
Secondo Orlando, “oggi noi stiamo assistendo nelle nostre città al pericolo serio che si passi dal disagio alla rabbia e dalla rabbia alla violenza. A Palermo questo, fino ad ora, non si è verificato, siamo riusciti a contenere la rivolta degli ultimi e dei più poveri, ma le risorse che sono state erogate dall’ordinanza di Protezione civile del 29 marzo – non mi stancherò mai di apprezzare questo intervento – sono esaurite. Il Comune di Palermo ha avuto una politica assolutamente rigorosa, Abbiamo, sì, dato poco, ma a sedicimila famiglie, a sessantacinque mila persone, la metà delle quali sono i nuovi poveri, prodotti dai ritardi della cassa integrazione in deroga, gestita in maniera irresponsabile, in questo caso, dalla Regione siciliana”.
Di conseguenza, “abbiamo bisogno di un piccolo rifinanziamento di quell’ordinanza di Protezione civile, che ci consenta di tamponare l’emergenza sociale, la rabbia sociale che diventa violenza. Quelle risorse sono finite”, spiega il sindaco di Palermo.
Altrimenti, il rischio è quello di “consegnare nelle mani della criminalità organizzata la disperazione degli imprenditori e dei nuovi poveri. Se il medico non arriva, si presenta sempre lo stregone e l’Italia è piena di stregoni, al Nord come al Sud. Per fortuna è stato introdottoil reddito di cittadinanza: pensate cosa sarebbe l’Italia senza il reddito di cittadinanza, in questo momento di emergenza. Lo dico al di là di ogni schieramento politico, di ogni valutazione di parte, anche perché il mio partito si chiama Palermo”, conclude Orlando.