Agenti di polizia e carabinieri spesso sono ospiti delle scuole dove mettono in atto simulazioni per educare i bambini e i ragazzi alla legalità già in tenera età. Alcuni carabinieri fanno anche i maestri di doposcuola ad alcuni bambini nel quartiere Zen di Palermo, sensibilizzandoli sui valori della legalità. Forse però è andata un po’ oltre le righe la simulazione messa in piedi da alcuni agenti della polizia municipale nel plesso Ferrara dell’istituto comprensivo Rita Borsellino, in Piazza Magione a Palermo, durante la quale sono stati sparati colpi a salve davanti a bambini con un’età compresa tra i 3 e i 10 anni.
Come si può vedere nel video, che ha rapidamente fatto il giro del web, due agenti con un cane simulano l’arresto di un malvivente, con tanto di esplosioni di colpi di pistola a salve. L’incontro era finalizzato a sensibilizzare i bambini sull’educazione stradale ed educarli sulla presenza e sul ruolo delle forze dell’ordine. Il tutto davanti ai bambini della scuola materna e primaria, con un’età compresa tra i 3 e i 10 anni, circostanza che ha sollevano un polverone di polemiche.
L’episodio ha fatto talmente rumore che è giunto fino alle orecchie di Roberto Schifani, presidente della Regione Sicilia, che ha condannato quanto accaduto, bollandolo come un “atto di violenza gratuita nei confronti dei bambini e gravemente diseducativo”. Schifani si è detto convinto che Roberto Lagalla, sindaco di Palermo, non fosse a conoscenza di un’iniziativa simile ma ha comunque detto che servono accertamenti per individuare eventuali responsabilità. Per Schifani ai bambini vanno insegnati i valori fondamentali del soccorso e dell’assistenza alla popolazione.
Angelo Colucciello, comandante della polizia municipale, ha rassicurato sul fatto che non saranno più fatte dimostrazioni del genere. La polemica ha travolto anche Lucia Sorce, dirigente scolastica, che all’Adnkronos ha chiesto scusa ai genitori e ai docenti, assumendosi la responsabilità di quanto successo. “C’è stato un errore umano, un’inaccettabile leggerezza – ha detto – è chiaro che la proposta è stata inadatta e incoerente, ma non era in cattiva fede”.
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