Pubblicato il 22 Agosto 2023
Sul servizio di messaggistica istantanea sono centinaia le richieste per avere il filmato girato con lo smartphone dai 7 indagati, di cui oggi è iniziato l’interrogatorio davanti al gip.
A denunciare il fatto anche Davide Faraone: “Se la vergogna avesse un colore sarebbe quello delle 14mila persone che si sono iscritte ad un canale telegram, creato con l’obiettivo di far circolare il video dello stupro avvenuto a Palermo”.
Il senatore di Italia Viva poi spiega: “Sono due chat, una pubblica e una privata, in una di queste circola la foto della vittima con scritto: “È la troia di Palermo?” chiede un utente. “Sì”, rispondono altri tre”.
Il post continua: “Al peggio non c’è mai fine, in questo gruppo tante persone si definiscono Dipreisti, un chiaro riferimento all’attore porno. Si gioca a scambiare le figurine, solo che in questo caso il video riprende sette ragazzi che violentano una giovane donna. Le frasi sono indecenti e senza alcun tipo di etica e di moralità: “Scambio foto di mia sorella 0–8 fatte ora, mentre è in mutande”, “scambio video bambini”.
Si va ben oltre: ci sono promesse di video di parenti minorenni riprese dal buco della serratura mentre hanno rapporti con i partner o mentre si spogliano e ci sono richieste di foto di “schiavi 1–3, max 17, no perditempo”.
Se la vergogna avesse un colore sarebbe quello delle 14 mila persone che si sono iscritte ad un canale telegram, creato con l’obiettivo di far circolare il video dello stupro avvenuto a Palermo.
Sono due chat, una pubblica e una privata, in una di queste circola la foto della…— Davide Faraone (@davidefaraone) August 21, 2023
“Tutta questa storia mi indigna, sono in troppi ad avere smarrito la bussola. Troppi a pensare che uno stupro sia “solo una bravata”, una società malata su cui intervenire urgentemente, conclude Faraone.