A denunciare il fatto anche Davide Faraone: “Se la vergogna avesse un colore sarebbe quello delle 14mila persone che si sono iscritte ad un canale telegram, creato con l’obiettivo di far circolare il video dello stupro avvenuto a Palermo”.
Il senatore di Italia Viva poi spiega: “Sono due chat, una pubblica e una privata, in una di queste circola la foto della vittima con scritto: “È la troia di Palermo?” chiede un utente. “Sì”, rispondono altri tre”.
Il post continua: “Al peggio non c’è mai fine, in questo gruppo tante persone si definiscono Dipreisti, un chiaro riferimento all’attore porno. Si gioca a scambiare le figurine, solo che in questo caso il video riprende sette ragazzi che violentano una giovane donna. Le frasi sono indecenti e senza alcun tipo di etica e di moralità: “Scambio foto di mia sorella 0–8 fatte ora, mentre è in mutande”, “scambio video bambini”.
Si va ben oltre: ci sono promesse di video di parenti minorenni riprese dal buco della serratura mentre hanno rapporti con i partner o mentre si spogliano e ci sono richieste di foto di “schiavi 1–3, max 17, no perditempo”.
“Tutta questa storia mi indigna, sono in troppi ad avere smarrito la bussola. Troppi a pensare che uno stupro sia “solo una bravata”, una società malata su cui intervenire urgentemente, conclude Faraone.
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