Pubblicato il 20 Marzo 2023
I Finanzieri del Comando Provinciale di Palermo, nei giorni scorsi, hanno portato a termine un’articolata attività
di polizia giudiziaria, eseguendo un sequestro preventivo finalizzato alla confisca di oltre 470 mila euro, somma
ritenuta profitto di una truffa aggravata che sarebbe stata realizzata da un commerciante palermitano per il
conseguimento di erogazioni pubbliche.
L’indagine, sviluppata a seguito di una puntuale selezione operata su una platea di fruitori del c.d. “bonus
cultura”, ha fatto emergere un sofisticato meccanismo fraudolento che sarebbe stato ideato dal titolare di una
cartolibreria sita nel quartiere CEP del capoluogo siciliano.
Come noto il bonus cultura è un contributo elargito dallo Stato a vantaggio dei neo maggiorenni al fine di
promuovere la diffusione di attività culturali, consentendo l’acquisto gratuito di libri ed altri beni di interesse
culturale compresi i biglietti per mostre, concerti e altri spettacoli.
I beneficiari hanno diritto ad ottenere un contributo economico sotto forma di carta elettronica dell’importo
nominale massimo di 500 euro.
L’attività’ investigativa avrebbe fatto emergere come l’indagato, tra il gennaio 2017 e novembre 2021, attraverso
artifizi contabili e false attestazioni fosse riuscito a ottenere illecitamente il rimborso del costo dei beni solo
fittiziamente ceduti a fruitori del c.d. “bonus cultura” per un ammontare pari a 470 mila euro.
In particolare, i militari del 2° Nucleo Operativo Metropolitano di Palermo, dopo aver raccolto le testimonianze
di diversi giovani studenti risultanti beneficiari del sussidio, hanno acquisito numerosi elementi che hanno
evidenziato come il titolare della libreria, sostituendosi agli studenti mediante l’utilizzo delle loro credenziali,
avrebbe indotto in errore il Ministero per i Beni e le Attività Culturali e per il Turismo (MIBACT) riscuotendo
indebitamente le somme connesse al voucher erogato dallo Stato per finalità esclusivamente culturali.
Sulla base delle risultanze investigative emerse nel corso delle indagini, l’Autorità Giudiziaria palermitana ha
emesso un decreto di sequestro preventivo d’urgenza finalizzato ad assicurare i beni di cui l’indagato ha la
disponibilità per un ammontare di 470 mila pari al valore corrispondente al profitto del reato.