Alla vigilia della Giornata della Memoria (il giorno in cui si commemorano le vittime dell’olocausto) a Borgo Trento (Verona) sono apparsi alcuni volantini che reclamizzano il prossimo approdo nel Quartiere Trento di una “palestra di fascismo”, così viene definita l’ipotetica struttura sponsorizzata.
Nella parte alta del volantino, il nome della struttura, “Arcobaleno Nero la prima palestra di fascismo a Verona”. E sotto questa definizione troneggia il volto di Benito Mussolini. A chi si domanda “Perché una palestra?”, il volantino spiega che “il fascismo è uno sport completo”. Ma chi c’è dietro questa struttura? Anche a questa domanda, sul volantino c’è la risposta. “Siamo un gruppo di giovani italiani di ogni età, apolitici e apartitici. A Verona mancano gli spazi aggregativi per i giovani militanti disallineati dall’ideologia dominante. – questo è il testo del volantino – A ciò noi diciamo no, e questo luogo che mancava oggi lo andiamo a creare. Abbiamo un’idea. E la difenderemo”.
Ecco punto per punto le intenzioni di chi si cela dietro il volantino: “Contro l’integrazione dello straniero, noi propugniamo la disintegrazione. Il nostro desiderio è Ordine. Vogliamo mordere la vita, rendendo i nostri corpi macchine perfette per graffiare la società. Fino a farla sanguinare. La nostra palestra è il posto giusto per forgiare il tuo corpo, l’unica arma che abbiamo per affrontare a testa alta le sfide del millennio”. Gli organizzatori si definiscono “ribelli con il dinamismo che ci pulsa nelle arterie” e annunciano che “lo sbarco è imminente nel Quartiere Trento. Non sei convinto? Vien i a dircelo in faccia. E anche se porti questo volantino non faremo sconti a nessuno”.
Immediata la reazione del gruppo Traguardi, un movimento civico che mira a costruire una nuova proposta politica per Verona, convogliando energie, esperienze e risorse diverse e trasversali per metterle a disposizione della città. Traguardi, mostrando dal proprio profilo fb ha anche “di fronte a questa provocazione, che susciterebbe orrore anche se si trattasse di uno scherzo di pessimo gusto, l’unica risposta possibile è che la politica, compatta, faccia capire a questi personaggi che per loro, a Verona, non c’è spazio di cittadinanza”.
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