Pallavolo – La setina Manuela Leggeri torna in nazionale: sarà la vice del c.t. Velasco

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Manuela Leggeri, da Sezze, è sicuramente una delle icone della pallavolo femminile italiana. Una che in nazionale ha scritto pagine indelebili. Dall’esordio ad appena 18 anni, fino all’ultima apparizione in campo, nel 2004 (dopo ben 326 presenze), non è mai scemato l’amore tra Manuela e la maglia azzurra. Logico quindi che, quando l’attuale c.t. dell’Italia femminile, Julio Velasco, l’ha cercata per assegnarle un ruolo all’interno del suo staff, non ci abbia pensato un momento ad accettare, come ha raccontato ai colleghi della Gazzetta dello Sport: “Mi è arrivata la telefonata da un numero che non conoscevo, è già è un miracolo che ho risposto. Mi aspettavo una pubblicità o un call center e invece mi saluta Julio Velasco. Avevo il cuore in gola e continuavo a pensare che avesse sbagliato invece mi ha spiegato che voleva proprio la mia collaborazione come ex giocatrice di alto livello e allenatrice”. “Poi abbiamo parlato di quello che si aspettava. Dovevamo aspettare la ratifica del consiglio federale ma io non sapevo quando era esattamente, così quando sono cominciati ad arrivare i messaggi di congratulazioni sono corsa a guardare il comunicato e il mio nome era davvero là con Bernardi e Barbolini. Ho provato la stessa emozione della prima convocazione che ero una bambina”

Un’occasione imperdibile che arriva al momento giusto.

“Sicuramente una grande occasione di imparare con un gruppo di tecnici eccezionali. Sono pronta a fare la spugna per assorbire quanto possibile ma mi sembra ancora incredibile. Mi sembra come se fosse un regalo che mi ha fatto Loris (il marito di Manuela che è venuto a mancare meno di un anno fa per malattia, ndr). E’ un momento molto importante. E poi spero che il mio bagaglio da giocatrice mi permetta di portare il mio mattoncino alla causa”.

Velasco ci teneva molto alla presenza femminile. Lei dalla sua esperienza di giocatrice che ha avuto due delle pochissime allenatrici di alto livello in circolazione (Simonetta Avalle e Jenny Lang Ping) pensa ci sia effettivamente una differenza?

“Sì, anche se io ho avuto ottimi rapporti anche con allenatori maschi. Però il rapporto che si stabilisce è diverso. C’è un attenzione in certi particolari e la libertà di parlare di tutte le problematiche anche private diversa. Poi io ho avuto anche come prima allenatrice una donna, Stefania Rizzi, e non è un caso che lei e Simonetta sono le prime due persone che ho chiamato. Simonetta mi ha portato in serie A che ero ancora una ragazzina, mi ha fatto crescere anche umanamente e il rapporto che ho con lei è sicuramente diverso. Ma anche con Jenny Lang Ping che era un personaggio a livello internazionale molto forte. Però hanno un modo di rapportarsi diverso”

Gli ultimi anni di Nazionale sono stati caratterizzati da polemiche e difficoltà di gestione. Che cosa può portare lei che ha vissuto la popolarità del primo gruppo vincente azzurro?

“Erano tempi diversi sicuramente anche come strumenti. I social non c’erano ma il modo per criticare e fare polemiche si trovava comunque. C’è bisogno di costruire un gruppo con un obiettivo comune e capire che le critiche all’interno del gruppo devono essere costruttive perché si lavora tutte per un medesimo obiettivo. E c’è bisogno di tutte. E isolarsi dall’esterno. Ho sempre pensato che in campo c’è la Leggeri ma fuori c’è Manu e chi scrive Manu non la conosce. Quindi non bisogna permettere all’esterno di intaccare le tue sicurezze. La critica alla giocatrice va bene, il resto va lasciato fuori”

Quindi pronta per entrare nel nuovo ruolo?

“Intanto devo finire la stagione con la mia società (ora allena l’under 16 e la serie C a Piacenza) ma se penso a quello che sarà il primo raduno mi manca il fiato. Ho sempre pensato che non mi mancava la pallavolo giocata ma l’emozione della maglia. E ora quell’emozione la proverò ancora. Sarà bellissimo”

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Lidano Orlandi

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