Pubblicato il 22 Febbraio 2023
La corte d’Assise d’appello di Perugia conferma la sentenza di primo grado riconoscendo anche l’aggravante della violenza sessuale ai danni della 18enne romana uccisa il 10 gennaio 2018 in provincia di Macerata.
La difesa ne chiedeva l’assoluzione perché “il fatto non sussiste”.
Il modo in cui è stato smembrato il corpo di Pamela “dimostra che l’assassino voleva coprire la violenza sessuale”, era invece la tesi del pg, ribadita da Marco Verni, legale di parte civile e fratello di Alessandra Verni, la madre della ragazza, che si era presentata in tribunale indossando un maglietta con stampate le terribili foto delle condizioni in cui è stato trovato il corpo della povera Pamela..