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Pandemia: 1 italiano su 4 fallisce la prima prova costume

Pandemia: 1 italiano su 4 fallisce la prima prova costume

Pubblicato il 31 Maggio 2021

Fallisce la prima prova costume un italiano su quattro (25%) che si è messo a dieta per il tradizionale appuntamento sulle spiagge che anticipa l’estate, ritardato quest’anno da un mese di maggio insolitamente freddo e piovoso, oltre che dalle limitazioni dettate dalla pandemia Covid. E’ quanto emerge da un sondaggio on line di Coldiretti, diffuso in occasione del weekend che precede il 2 giugno, con 9 milioni di italiani che hanno deciso di mettersi in viaggio scegliendo come meta soprattutto il mare. Un appuntamento atteso – evidenzia Coldiretti – per trascorrere il proprio tempo libero in costume e godersi il primo caldo, nonostante il fisico un po’ appesantito dopo i tanti mesi di immobilità forzata. Durante il lockdown – sottolinea la Coldiretti – il 44% degli italiani è aumentato di peso per il maggiore apporto calorico, correlato ad una minore attività fisica, che ha riguardato ben il 53% della popolazione analizzata nell’indagine elaborata dal Crea alimenti e nutrizione. Computer, divano e tavola – rileva Coldiretti – hanno, infatti, sostituito il moto e lo sport anche per effetto delle limitazioni rese necessarie per combattere i contagi. Le misure di restrizione per la pandemia, con la permanenza in casa e la chiusura delle palestre, hanno, infatti determinato un aumento dei consumi a tavola ed una riduzione del movimento fisico, che hanno impattato sulla bilancia e favorito un incremento del peso di 2 chilogrammi in media a persona, secondo un’analisi della Coldiretti. Un comportamento che ha costretto molti italiani ad approfittare della riapertura delle palestre, ma anche ad adottare con il ritorno alla normalità un regime alimentare di recupero e “sgonfiamento”. Per essere snelli per la prova costume.

Prova costume: come affrontare il sovrappeso

Se è scontro tra le diverse proposte dei dietologi per affrontare il sovrappeso – continua la Coldiretti – sono invece unanimemente riconosciuti i benefici della dieta mediterranea che, con frutta, verdura, pane, pasta, extravergine e il tradizionale bicchiere di vino consumati a tavola in pasti regolari. Non a caso la dieta mediterranea si è classificata come migliore dieta al mondo del 2020 davanti alla dash e alla flexariana, sulla base del best diets ranking elaborato dal media statunitense Us News & World’s Report’s, noto a livello globale per la redazione di classifiche e consigli per i consumatori. Una vittoria ottenuta – conclude la Coldiretti – grazie agli effetti positivi sulla longevità e ai benefici per la salute, tra cui proprio la perdita e il controllo del peso, oltre a salute del cuore e del sistema nervoso, prevenzione del cancro e delle malattie croniche, prevenzione e controllo del diabete. Il primo posto nella classifica mondiale delle diete è – afferma la Coldiretti – anche una risposta ai bollini allarmistici e a semaforo fondati sui componenti nutrizionali che alcuni Paesi, dalla Gran Bretagna al Cile alla Francia, stanno applicando su diversi alimenti della dieta mediterranea sulla base dei contenuti in grassi, zuccheri o sale. “I sistemi di etichettatura nutriscore e a semaforo è fuorviante, discriminatorio ed incompleto e finisce per escludere paradossalmente dalla dieta alimenti sani e naturali, che da secoli sono presenti sulle tavole, per favorire prodotti artificiali di cui in alcuni casi non è nota neanche la ricetta”, afferma il presidente di Coldiretti Ettore Prandini nel sottolineare che “si rischia di promuovere cibi spazzatura con edulcoranti al posto dello zucchero e di sfavorire elisir di lunga vita come l’olio extravergine di oliva, considerato il simbolo della dieta mediterranea, ma anche specialità come il Grana Padano, il Parmigiano Reggiano ed il prosciutto di Parma, le cui semplici ricette non possono essere certo modificate”.