Pubblicato il 9 Agosto 2020
Jorge Mario Bergoglio: “La barca in balia della tempesta è immagine della Chiesa, che in ogni epoca incontra venti contrari, a volte prove molto dure: pensiamo a certe lunghe e accanite persecuzioni del secolo scorso. E anche oggi in alcune parti”. Papa Francesco si è espresso in questo modo prima dell’Angelus dalla finestra davanti ai fedeli presenti in piazza San Pietro. “In quei frangenti”, ha continuato il pontefice, “può avere la tentazione di pensare che Dio l’abbia abbandonata. Ma in realtà è proprio in quei momenti che risplende maggiormente la testimonianza della fede, dell’amore e della speranza. È la presenza di Cristo risorto nella sua Chiesa che dona la grazia della testimonianza fino al martirio, da cui germogliano nuovi cristiani e frutti di riconciliazione e di pace per il mondo intero. L’intercessione di Maria Santissima ci aiuti a perseverare nella fede e nell’amore fraterno, quando il buio e le tempeste della vita mettono in crisi la nostra fiducia in Dio”. “Dio sa bene che la nostra fede è povera, tutti noi siamo gente di poca fede, anche io, e che il nostro cammino può essere travagliato, bloccato da forze avverse. Ma Lui è il Risorto, il Signore che ha attraversato la morte per portarci in salvo. Ancora prima che cominciamo a cercarlo, Lui è presente accanto a noi. E rialzandoci dalle nostre cadute, ci fa crescere nella fede. Forse noi nel buio gridiamo ‘Signore’ e lui ‘Sono qui'”, ha detto ancora Bergoglio.
Il Papa prega per Beirut
“Rinnovo l’appello per un generoso aiuto da parte della comunità internazionale”. Lo ha detto il Papa all’Angelus ricordando l’esplosione che ha devastato Beirut e ha messo in ginocchio l’intero Libano. Poi ha rivolto un appello alla Chiesa locale: “Per favore: chiedo ai vescovi, ai sacerdoti e ai religiosi del Libano che siano vicini al popolo e che vivano con una stile di vita improntato alla povertà evangelica senza lusso perché il vostro popolo soffre, e soffre tanto”.
(fonte: Adnkronos, Ansa)