Ieri, in occasione del Giovedì Santo, papa Francesco nonostante le condizioni di salute non ottimali non si è sottratto al rito della lavanda dei piedi, anche se l’ha eseguita in carrozzina, ripetendo il gesto che Gesù fece con i suoi discepoli nell’ultima cena.
Per l’occasione il papa ha scelto il carcere femminile di Rebibbia, dove ad attenderlo c’era la direttrice Nadia Fontana e al suo ingresso è stato accolto da un forte e caloroso abbraccio del personale e delle detenute, alle quali ha stretto le mani.
Tra le 360 detenute del penitenziario romano sono state scelte 12 donne di diverse nazionalità. Molte di loro hanno potuto anche assistere alla Messa in Coena Domini presieduta da Bergoglio.
Papa Francesco, durante l’omelia a braccio, ha ricordato che Gesù non si stanca mai di perdonare, ma forse siamo noi che ci siamo stancati di chiedere perdono. Ha poi parlato della lavanda dei piedi, un gesto umile fatto direttamente da Gesù venuto non per essere servito, ma per servire.
Poi ha iniziato il rito della lavanda dei piedi, nel corso della quale molte delle 12 detenute sono scoppiate a piangere per il grande onore a loro riservato. A proposito delle detenute don Andrea Carosella, cappellano del carcere, in un’intervista a Vatican News ha detto che tutte vengono da storie molto difficili e travagliate. Alcune non hanno più contatto con i familiari e non hanno nessuno al di fuori del carcere, mentre altre sono costrette a vivere lontano dai loro figli.
Non è la prima volta che il papa ha scelto un istituto di pena per celebrare il Giovedì Santo, ma è la prima volta che ha effettuato la lavanda dei piedi a 12 donne, rappresentanti dei 12 apostoli. L’anno scorso andò nel carcere minorile romano di Casal del Marmo, scelto anche nel 2013. Negli anni passati come luogo per celebrare il rito ha scelto Rebibbia nel 2015, Regina Coeli nel 2018, il carcere di massima sicurezza di Paliano nel 2017 e il carcere di Velletri nel 2019. Per le restrizioni del Covid la lavanda dei piedi fu invece sospesa nel 2020 e nel 2021.
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