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Papa Francesco

Papa Francesco: “I medici che praticano l’aborto? Sono sicari”. Arriva la replica dura dei dottori: “Applichiamo la legge”

Pubblicato il 1 Ottobre 2024

Il viaggio di papa Francesco in Belgio non è passato certo inosservato, sia per il “mea culpa” a nome della Chiesa per i tanti casi di abusi sui bambini, sia per le sue dichiarazioni molto forti sull’aborto, definito un “omicidio”, e sui medici che lo praticano, definiti “sicari”. Parole sferzanti e taglienti, che hanno provocato un vero terremoto sociale e politico con l’insurrezione dei medici che hanno rifiutato l’etichetta di “sicari”, assassini che uccidono su commissione per un compenso economico.

La risposta di Filippo Anelli a papa Francesco: “Operiamo nel rispetto della dignità umana e secondo la legge”

Le parole del pontefice, come era prevedibile, hanno creato un forte scompiglio nell’ordine dei medici e la replica è stata affidata a Filippo Anelli, presidente della FNOMCeO (Federazione nazionale degli Ordini dei medici Chirurghi e degli Odontoiatri). Anelli ha spiegato che i medici sono sempre al fianco delle persone che soffrono e che, nel caso dell’aborto, agiscono nel pieno rispetto della dignità umana e della libertà, sia della donna che del dottore stesso. Il professionista, come ha osservato Anelli, può sempre ricorrere all’obiezione di coscienza, una libera scelta personale che non deve diventare elemento di giudizio o discriminazione.

Pur avendo compreso che le parole del pontefice esprimono il punto di vista della Chiesa, Anelli ha ribadito che i medici operano nel pieno rispetto della legge, senza obblighi o costrizioni, e che l’aborto è regolamentato da una Legge di Stato che tutti i cittadini devono rispettare e applicare.

La reazione della politica

Non è la prima volta che papa Francesco, con le sue parole, suscita le reazioni anche della politica, come quando parlò di eccessiva “frociaggine” nei seminari. Questa volta il caso riguarda l’aborto e i medici e le sue parole hanno provocato la replica di Donatella Albini, responsabili sanità di Sinistra Italiana, che ha rifiutato l’etichetta di sicaria poiché ha detto che nella sua carriera prima di praticare l’aborto ha sempre guardato le donne negli occhi e raccolto le loro parole per costruire un rapporto umano.

Sul caso è intervenuta anche la Cgil nazionale e la Funzione Pubblica Cgil, che hanno ricordato che il diritto all’aborto è stata una conquista delle donne, un obiettivo che hanno perseguito con forza e determinazione nel corso degli anni passati. Hanno inoltre ribadito che, per molte donne, ancora oggi l’aborto è un percorso ad ostacoli e hanno ribadito che si tratta di una scelta libera, sulla quale l’ultima parola spetta comunque sempre alla donna, senza colpevolizzare o criminalizzare i medici che, con il loro lavoro, non fanno altro che applicare una legge.

Infine Carla Taibi, tesoriera di +Europa, ha detto che dinanzi alle parole di papa Francesco, che chiama sicari i medici non obiettori di coscienza, si sarebbe aspettata una replica di Schillaci, ministro della Salute, a difesa della laicità del sistema sanitario nazionale a difesa dei dottori, della scienza e delle donne. “E invece assistiamo alla totale indifferenza del nostro governo davanti a queste pesanti parole del Papa verso chi esercita la propria professione in maniera libera, laica e indipendente” – ha concluso la Taibi.